Anche se Edison s.p.a. rassicura che non si tratta di fracking, i nuovi tentativi di estrazione di gas e petrolio destano preoccupazione. Il comune di Traversetolo: "Non possiamo opporci, sono autorizzati, ma monitoriamo. Però i privati possono dire no alle trivellazioni sul loro terreno"
Ripartono le operazioni di ricerca metano e idrocarburi nelle terre dell’Emilia. A due mesi dal terremoto che ha sconvolto la popolazione e nel pieno delle polemiche che vedono nell’occhio del ciclone le attività di fracking (lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso, n.d.r.) i tecnici si rimettono al lavoro. Le ipotesi, mai verificate, spaventano però abitanti e amministrazioni comunali, che chiedono maggiore chiarezza.
Paletti rossi e bianchi hanno ricoperto negli ultimi giorni la zona della Val d’Enza, per indicare il percorso lungo il quale verranno effettuate le indagini del terreno. I lavori, in corso durante tutta la settimana, partono dall’area parmense e approderanno in seguito nel reggiano. A effettuare tale operazione la società Edison S.p.A. che ha appaltato Geotec e che intende operare nelle zone di San Polo d’Enza, Quattro Castella, Montecchio e Traversetolo. Si tratta di operazioni di semplice ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, ma i comuni e le associazioni di cittadini si stanno mobilitando per tenere il più alto possibile l’attenzione e verificare che tutto proceda secondo le norme. Tra i più attivi, il comune di Traversetolo, in provincia di Parma, che sul sito internet lancia un avviso in cui auspica che i lavori di perforazione avvengano solo dopo aver reperito gli esiti della commissione internazionale di valutazione scientifica, chiesta a tale proposito dallo stesso Presidente della regione Vasco Errani e informa i cittadini sulla possibilità di non autorizzare le operazioni sul proprio territorio.
“Siamo consapevoli – ha affermato Monica Laura, Assessore all’ambiente del Comune di Traversetolo, in provincia di Parma – del fatto che questi lavori siano innocui per i nostri cittadini e che non si corra alcun rischio. Sappiamo anche però, che l’opinione pubblica in questo momento è molto sensibile e noi vogliamo essere il più attenti e trasparenti possibile a tal proposito”. E se l’operazione in questione rimane di semplice indagine del terreno, le paure riguardano le eventuali fasi successive.
“Il referente Edison in loco ci ha contattato nell’ottobre 2011 – ha continuato l’Assessore, – e da quel giorno abbiamo chiesto tutte le garanzie del caso. Anche volendo, noi non potremmo opporci perché hanno tutte le autorizzazioni necessarie, però dalla nostra parte possiamo essere scrupolosi e meticolosi, monitorando quello che succede sul territorio. Per questo abbiamo pubblicato un avviso sul sito internet del comune, insieme a tutto il materiale informativo che ci è arrivato dalla società Edison, compresi i moduli per l’autorizzazione ad agire da parte dei privati”. I cittadini infatti, possono rifiutarsi di autorizzare i sondaggi sul proprio territorio in caso si tratti di territori privati. Il comune di Traversetolo, si è impegnato a trasmettere tutte queste informazioni agli abitanti che in questi giorni hanno tempestato gli uffici comunali, con telefonate e messaggi email.
Le operazioni d’ispezione, denominate “Torrente Parma”, sono autorizzate dal Ministero dello Sviluppo Economico e sono costituite da tre fasi: la prima, quella di ricerca di autorizzazioni e permessi cominciata nel 2006 e che ha autorizzato la società Edison S.p.A. sulla base di linee ipotetiche di intervento; la seconda ha riguardato invece il rilievo topografico del sito e quindi delle aree dove si effettueranno gli interventi con avviso dei privati sul territorio; infine l’ultima fase partita proprio in questi giorni e che prevede il sondaggio e la ricostruzione dell’assetto geologico-strutturale dei territori alla ricerca di idrocarburi. Si tratta, come spiegato dagli amministratori del comune di Traversetolo, di piccole perforazioni nel terreno di circa 10 cm di diametro alla profondità massima di 30 metri, effettuate lungo allineamenti prestabiliti: in un secondo momento verranno poste delle piccole cariche di dinamite sul fondo di questi pozzetti, che fatte brillare, permetteranno di registrare il campo d’onda derivato. L’operazione sembrerebbe non paragonabile al “fracking”, tecnica che permette l’estrazione di gas e petrolio sfruttando la pressione di fluidi inseriti in pozzi.
“Non siamo preoccupati per il momento – ha concluso Monica Laura, – però vogliamo essere rigorosi, anche in vista di quello che potrebbe succedere in futuro se questi idrocarburi fossero ritrovati. Vogliamo assicurare i cittadini, ma anche stare attenti, perché, ipotizzo io, se fanno tutta questa attività di mappatura è perché pensano che qualcosa possa esserci”. Le operazioni di Edison S.p.A. rischiano di essere meno facili del previsto e di andare incontro ad un’opinione pubblica molto sensibile al tema e pronta a dare battaglia. A dimostrarlo l’esposto arrivato in Procura qualche giorno fa a firma di un neonato comitato di cittadini della zona, preoccupato soprattutto per le eventuali estrazioni future. I cittadini, perlopiù provenienti dalle frazioni di Sedignano e Borsea (San Polo d’Enza) mettono in primo piano la necessità di tutelare ambiente e comunità e chiedono di avere risposte sicure prima di autorizzare ulteriori operazioni.