Sul caso di Maurizio Lattarulo, condannato per l’appartenenza alla Banda della Magliana e consulente del Comune di Roma dal 2008 al 2010, il sindaco Gianni Alemanno sceglie la strada del silenzio. Si è limitato a dire al cronista: “Stai calmo”. Lattarulo ha lavorato presso l’Assessorato alle politiche sociali, retto dalla vicesindaco Sveva Belviso che ha difeso la sua scelta. Le opposizioni hanno attaccato: “Ormai il Campidoglio di Alemanno è diventato una succursale lavorativa per ex terroristi di destra, fascisti e boss della malavita”. Nella sua prima uscita pubblica dopo l’esplosione del caso, a margine della conferenza stampa per presentare il restauro del Colosseo, il primo cittadino non ha voluto rispondere ai microfoni de ilfattoquotidiano.it sull’opportunità di una consulenza per Lattarulo, ex Nar e già affiliato alla Banda. Quella stessa Banda della Magliana che il sindaco, nel maggio scorso, definì “una cosa orribile”. Questa volta, Alemanno, non ha trovato le parole di Nello Trocchia

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