Vincere una medaglia d’oro a Londra 2012 può essere un evento che ti cambia la vita. Soprattutto se vieni dalla Malesia o dalla regione di Chelyabinsk nella Russia più remota. Il Sunday Times, versione domenicale del Times di Rupert Murdoch, rivela quanto guadagneranno gli atleti che saranno insigniti di ori, argenti e bronzi. E fa sapere anche che l’Italia, di tutti quei paesi nella top ten di Pechino 2008, sarà quello più generoso. Per una medaglia d’oro, un italiano guadagnerà circa 150mila euro. Dieci volte in più di un australiano o di un tedesco e circa nove volte in più di uno statunitense. Così, per una volta, la crisi entrerà in secondo piano, almeno a Roma e dintorni. E il comitato olimpico italiano, con il suo programma di “incentivi”, si dimostrerà molto riconoscente con gli atleti in grado di portare lustro all’Italia.
La notizia, che non è stata smentita, riguarda anche altri paesi. E così si viene a sapere che gli atleti più pagati saranno in assoluto quelli russi, in particolare della regione di Chelyabinsk, appunto, che fra incentivi nazionali e regionali prenderanno in caso di oro 770mila euro. Secondi gli sportivi della Malesia, che, in caso di primo podio, si porteranno a casa 510mila euro. Ma, se la vittoria sarà nelle mani degli atleti di badminton, sport quasi nazionale da quelle parti, si porteranno a casa ulteriori 450mila euro. Ogni comitato olimpico ha messo in piedi un sistema di incentivi, spiega il Sunday Times. Tutti, tranne quello britannico, che ha sempre ritenuto non fosse necessario. Ma, ironizza il domenicale, in caso di vittoria gli atleti del Regno Unito porteranno a casa un francobollo. Ogni sportivo che salirà sul primo podio vedrà la sua faccia su un francobollo, prodotto la notte stessa della vittoria e messo in vendita in 500 uffici postali della Gran Bretagna il giorno dopo. Ogni pezzo costerà 60 pence, ma si potranno comprare confezioni commemorative a 3 sterline e 60.
Eppure, non si vinceranno solo soldi sonanti. Il ministro indiano dello Sport, Ajay Maken, lo ha già promesso: “Chiunque vincerà avrà un posto di lavoro da allenatore pagato dallo stato”. Poi, chiaramente, anche la medaglia. Ma gli atleti non faranno tanti affari con la medaglia in sé. Quelle d’oro, infatti, non sono tutte d’oro. Per il 92,5 per cento sono costituite in argento, per il 6,16 per cento in rame e solo per l’1,34 per cento in oro. Valore sul mercato, dice il sito Zerohedge (un blog di giornalisti economici e finanziari “contro il sistema”) appena 500 dollari americani. Quella d’argento, al tempo stesso, non è propriamente d’argento, ma in grande parte di rame, per un valore di circa 260 dollari. Infine quella di bronzo, che in realtà è di rame, per un valore sul mercato di 3 dollari americani.
Nessuna polemica, comunque, al momento nel Regno Unito per quanto riguarda il bonus dato agli atleti vincitori da altri paesi, a parte l’ironia del Sunday Times. Particolarmente apprezzato da commentatori e giornalisti sportivi il fatto che il comitato olimpico britannico si sia rifiutato di dare incentivi economici ai vincitori. I sudditi della regina, ora, intanto, fanno il paragone con quei “cugini” americani visti come grandi rivali. Il comitato nazionale statunitense, infatti, darà veramente poco, ma le singole federazioni, in realtà, gireranno ai loro atleti vincitori somme ben più sostanziose. Il sito della Nbc ha rivelato come ciclisti e corridori arriveranno a prendere fino a 100mila dollari, mentre un lottatore che guadagnerà un oro arriverà anche a 250mila dollari. Tutti soldi comunque dati da fondazioni private e da federazioni delle singole discipline di stampo privatistico. Un bello smacco, comunque, per gli atleti britannici, che al massimo potranno spedire una lettera con la loro faccia impressa su un francobollo.