La piatta, abbacinata, monotona bassa padana, un casolare sbrecciato dalle finestre dipinte con grottesche labbra rosse, un misterioso affresco del martirio di San Sebastiano opera di un pittore pazzo, la strisciante inquietudine sospesa nell’aria afosa e immobile del ferrarese. Alzi la mano chi dice Avati e non pensa immediatamente a La casa dalle finestre che ridono, una delle incursioni più felici nel territorio dell’horror da parte del regista bolognese.
Sarà proprio la pellicola cult del 1976 ad inaugurare (sabato 4, ore 22) SereNere, la rassegna di cinema noir in programma nel week end del 4 e 5 agosto nel borgo medievale di Monteacuto delle Alpi, frazione di Lizzano in Belvedere, nel cuore dell’appennino bolognese. Ai fratelli Avati è dedicata l’edizione di quest’anno del salotto del noir ad alta quota, giunto alla sua quarta edizione. Omaggio dovuto, dicono Giancarlo Omoboni e Marco Tamarri, ideatore e direttore della manifestazione, a chi da quarant’anni racconta con attaccamento e poesia storie, uomini, cultura del territorio emiliano.
Una due giorni di proiezioni cinematografiche e dialoghi in libertà tra i fratelli Avati e gli ospiti del festival: da Cesare Cremonini, protagonista dell’ultimo film di Avati, Il cuore grande delle ragazze, a Francesco Guccini, che l’appennino ha scelto per viverci ed ha raccontato nei noir scritti a quattro mani con Loriano Macchiavelli, da Macaronì a Malastagione. Lo stesso appennino attraverso il quale si snoda il sentiero degli dei percorso da una classe di liceali di inizio secolo, guidati dall’impacciato professore Carlo Delle Piane, in un’altra pellicola in stato di grazia degli Avati come Una gita scolastica, cui nella serata di sabato è dedicato un cortometraggio che ne svela i dietro le quinte.
Domenica 5 alle 22 la proiezione serale di un altro cult avatiano, Tutti defunti…tranne i morti, girato un anno dopo La casa dalle finestre che ridono, giallo gotico in salsa farsesca e parodistica, scritto dai fratelli Avati assieme agli stessi sceneggiatori della pellicola precedente, Gianni Cavina e Maurizio Costanzo.
In programma oltre ai film e alle interviste moderate dalla giornalista Bice Biagi anche momenti musicali in collaborazione con il Porretta Soul, con due concerti jazz all’ora dell’aperitivo, prima delle proiezioni serali,curati dal patron del festival Graziano Uliani.
L’omaggio ai fratelli Avati proseguirà da lunedì 6 a venerdì 10 agosto con proiezioni sotto le stelle nella piazza della chiesa, circondata dal suggestivo panorama del Corno alle Scale e del Monte Grande. L’invito degli organizzatori è quello di approfittare dell’occasione offerta dal festival per arrivare a Monteacuto percorrendo i sentieri dell’Appennino con gli scarponi ai piedi grazie alla collaborazione con il Club Alpino Italiano dell’Alto Reno, in bicicletta o a dorso di un cavallo. E al termine delle serate il ritorno verso i sentieri o le auto sarà condotto dalle guide attraverso boschi in compagnia, promettono gli organizzatori, di cervi, caprioli, gufi e barbagianni. E di un po’ di fresco, aggiungiamo noi.