Vedo che molti, nelle aree di sinistra e/o di centro sinistra e/o alternative, si sono molto preoccupati dell’ipotesi che nasca una coalizione che comprenda, col Pd, sia Sel che l’Udc, o hanno fatto finta di preoccuparsi per poter dire “ecco, è la conferma dei miei sospetti, cosa non si fa per il potere”. Non credo che quella coalizione sia alle porte e se poco poco, dico poco poco, ci sarà l’approfondimento programmatico chiesto da Sel, indispensabile per lo stesso Pd, trovo molto difficile che nasca una coalizione del genere.

Sarebbe un problema per l’Udc  prima e ancor più che per il Pd e per Sel. Il motivo per il quale si sta parlando di questa faccenda è – a mio modo di vedere – molto più preoccupante. Nell’incapacità della opinione pubblica di guardare bene, si sta tentando il colpo di una riforma elettorale che consente ai partiti di presentarsi alle elezioni senza aver formato una vera e propria coalizione, e con un nuovo tipo di premio di maggioranza che va al partito che ha preso più voti. Come in Grecia, come ho scritto nei post precedenti.

In questo modo Pd e Pdl, pur rimanendo alternativi, si darebbero una mano a vicenda rafforzando il famigerato “voto utile“. Se non vuoi che vinca il Pd devi votare Pdl o viceversa. L’Udc favorirebbe comunque questa riforma, perché comunque orientata a stare fuori dalle coalizioni, se non vuole esplodere. L’accordo che farebbe col Pd sarebbe quello di associarsi ed essere associata al potere dopo le elezioni, ma senza passare attraverso l’imbarazzante prova di presentarsi con la sinistra agli elettori.

In un quadro del genere – non capisco cosa ci guadagnerebbe la Lega, ma almeno si risparmierebbe l’imbarazzo di dover fare coalizione con Pdl -, Sel dovrebbe scegliere il male minore tra l’emarginazione di una propria lista o l’ingresso in un listone col Pd. In teoria sarebbe così anche per l’Idv, anche se oggi come oggi non ci sarebbe neanche l’imbarazzo della scelta. In ogni caso, al di là di queste più o meno sensate previsioni sulle prossime elezioni, si comincerebbe a far saltare quel poco di buono e consolidato che c’è negli Enti Locali, e cioè l’alternativa tra centrosinistra e centrodestra, solo per dare il via a una nuova più confusa – forse ancor più partitocratica – e meno pluralistica fase dell’infinita transizione italiana.  

Senza contare che col Grechellum, come la Grecia insegna, ci si potrebbe ritrovare a rifare l’alleanza Monti senza averla presentata in quanto tale agli elettori. Piuttosto che questo preferirei tenermi il Porcellum e persino – ma non credo nasca – una coalizione Pd-Udc-Sel, purché alla luce del sole.

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