Secondo il presidente del Consiglio, ancora in visita in Finlandia, l'effetto del differenziale tra titoli di Stato potrebbe non portare effetti positivi: "Se rimane a questo livello si vedrà al potere un esecutivo non europeista". E torna sulla legge elettorale: "Ridurre il gap di credibilità"
Se lo spread restasse alto a lungo, in Italia rischieremmo di avere un governo euro-scettico. Ne è convinto il presidente del Consiglio Mario Monti che da Helsinki spiega: “L’elevato livello dello spread non porta necessariamente a buone politiche e alle riforme economiche, ma all’esatto opposto. Perchè – ha aggiunto il presidente del Consiglio – posso assicurare che se lo spread dovesse rimanere a questo livello per qualche tempo si vedrà al potere in Italia un governo non europeista, non orientato all’euro e non favorevole alla disciplina di bilancio”.
Le parole di Monti sono state pronunciate nel corso di un seminario organizzato dalla Confindustria finlandese a Helsinki. Il premier ha parlato in inglese. Successivamente, con i giornalisti italiani, ha aggiunto: il problema dello spread “va preso in considerazione non nella prospettiva italiana, ma europea. C’è una tesi per cui i tassi di interessi alti costringono alle riforme e dunque sarebbero una buona cosa. In passato questo è stato in parte vero, ma oggi per valutare le riforme che uno fa ci sono strumenti migliori, come ad esempio le valutazioni della Commissione europea”. Parole che sembrano rispondere indirettamente anche alle osservazione fatte recentemente dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. “Se i Paesi che stanno facendo, a giudizio di Bruxelles, quello che devono fare e non vedono riconosciuto questo a livello di spread – ha proseguito il capo del governo – allora c’è un problema perché agli occhi dei cittadini vengono messe in dubbio la bontà delle politiche economiche del governo e la bontà del progetto europeo”.
L’economia europea. Monti ha anche sottolineato che in effetti Germania e Francia hanno contribuito di più al salvataggio dei Paesi Ue in difficoltà, ma le loro banche hanno beneficiato in parte di quegli aiuti. Come Italia “non chiediamo e non otteniamo alcun sostegno da nessun meccanismo”, ha premesso. Siamo il terzo più grande contributore europeo anche in termine di impegno di salvataggio dell’Irlanda e del Portogallo e del sistema bancario spagnolo. Ma se calcoliamo il netto siamo più vicini alle cifre di Germania e Francia. Germania e Francia essendo più grandi hanno dato di più per la Grecia, ma tutti sappiamo – ha sottolineato – che una parte di questi contributi è tornato in termini di sollievo per le banche tedesche e francesi altamente esposte in Grecia mentre le banche italiane non hanno questa esposizione”. “Questo per dire che a volte c’è un gap tra percezione e realtà. Dobbiamo lavorare insieme per una profonda conoscenza dell’altro”, ha aggiunto Monti.
La legge elettorale. Ma il problema è anche interno e in particolare è una questione di credibilità della politica. E il presidente del Consiglio è così tornato a parlare di legge elettorale, come aveva già fatto nei giorni scorsi, al rimorchio dell’ennesimo appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Sono fiducioso – ha ribadito oggi Monti – che i partiti politici italiani riflettano sul gap che si è creato fra cittadini e partiti in termini di credibilità e che lavorino per migliortare loro stessi e raggiungere un accordo sulla uova legge elettorale rapidamente perché anch’essa dà credibilità al sistema politico”.
“Lo colmeremo. Apprezziamo l’appello di Monti, ma speriamo che non creda che facendo quello cali lo spread’’ risponde a stretto giro di posta il segretario del Pdl Angelino Alfano, ospite di Radio Anch’io su Radio 1 Rai. Alfano anticipa invece che “chiederemo la prossima settimana un incontro con il presidente Monti per illustrargli la nostra proposta” in tema di riduzione del debito pubblico. “Speriamo – aggiunge – che la accolga positivamente. Noi in questi dieci mesi abbiamo fatto la riforme e tagliato la spesa, la cosa da fare adesso e’ diminuire debito e tasse”.