Per la Casa Bianca le sue dimissioni sono il risultato della politica condotta da Russia e Cina e del rifiuto del presidente siriano Bashar al Assad di applicare il piano in sei punti. Mosca, però, esprime rammarico per le sue dimissioni: "Ci dispiace". Terzi: "Segnale negativo"
Kofi Annan si è dimesso dall’incarico di inviato di Onu e Lega Araba, per la crisi siriana. E’ un addio polemico: ”Non ho ricevuto tutto il sostegno che la causa siriana meritava”, ha detto a Ginevra. La decisione è stata annunciata dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon nel pomeriggio, con “profondo rammarico”. Annan aveva assunto l’incarico il 23 febbraio: su di lui si concentravano le speranze della comunità internazionale di risolvere la crisi siriana, essendo l’artefice del piano di pace in sei punti, che prevedeva anche una tregua (presto infranta). Il suo mandato sarebbe scaduto il 31 luglio.
“Comprendiamo che è una sua decisione, ci dispiace che l’abbia presa”, ha commentato il rappresentante all’Onu Vitaly Churkin, ribadendo che la Russia ha sempre “fortemente sostenuto” Annan. Non è però dello stesso parere il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, secondo cui le dimissioni di Annan sono proprio il risultato della politica condotta da Russia e Cina in Consiglio di Sicurezza dell’Onu e del rifiuto del presidente siriano Bashar al Assad di applicare il piano in sei punti elaborato da Nazioni Unite e Lega Araba. “Nonostante le sue promesse, Assad continua a massacrare il suo popolo”, ha affermato Carney, ripetendo che il presidente siriano “deve andarsene”.
Per il ministro degli Esteri Giulio Terzi le dimissioni di Kofi Annan sono un “un segnale negativo” e il suo gesto “conferma l’urgenza di aumentare la pressione da parte di tutti su (Bashar) Assad, affinchélasci spazio ad una transizione politica, comunque inevitabile e improrogabile, guidata dai siriani e che consenta di mettere fine ad una tragedia che colpisce in maniera inaccettabile la popolazione civile e le sue componenti più deboli”.
L’inviato speciale dell’Onu, rispondendo a una domanda sul suo successore dopo l’annuncio delle dimissioni da un incarico che alcuni “avevano definito una missione impossibile” rassicura: “Il mondo è pieno di pazzi come me e non ci sarà da stupirsi se qualcuno accetterà di riprendere l’incarico”. Si è poi detto “sicuro” che il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon “troverà qualcuno che potrebbe fare un miglior lavoro del mio”. Ha sottolineato la necessità “di concentrarci sulla transizione politica che tenga in considerazione gli interessi di tutti i gruppi in Siria”, specificando che “lavorerà fino all’ultimo giorno” del suo mandato che scade il 31 agosto.
In Siria intanto, la battaglia per Aleppo acquista ogni giorno nuovi sviluppi, nonostante la disparità tra le forze in campo. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha annunciato di aver avviato “consultazioni” con la Lega Araba per la nomina del successore di Kofi Annan: “Sono in corso consultazioni con il segretario generale della Lega Araba – si legge in una nota – per la pronta nomina di un successore in grado di portare avanti questo sforzo cruciale per la pace. Resto convinto del fatto che ulteriori spargimenti di sangue non siano la risposta e serviranno solo a rendere la soluzione più difficile, con sofferenze più profonde per il Paese e un maggiore pericolo per la regione”.