Tra loro anche la ex direttrice Paola Ziccone. Vengono accusati di omessa denuncia rispetto ad azioni di violenza e di tortura su detenuti più piccoli
Le omesse denunce invece, 37 casi avvenuti tra l’inizio del 2010 e settembre 2011, riguardavano percosse tra detenuti, casi di resistenza agli agenti, danneggiamenti all’interno della struttura da parte dei giovani. Paola Ziccone, così come gli agenti e le educatrici, avrebbero dovuto denunciare i reati alle autorità competenti, cioè alla procura dei minori. Invece le questioni si chiudevano lì. Quindi, agli agenti di custodia si contesta di aver solo riferito alla direttrice. A sua volta alla direttrice si contesta di aver solo dato delle sanzioni disciplinari ai ragazzi senza denunciarli. Ad Aurelio Morgillo, capo delle guardie al Pratello, si contesta anche l’omessa denuncia del caso forse più grave, quello dello stupro di due ragazzini ai danni di un altro. Quando avvenne questo fatto il 6 settembre 2011 (così come la vicenda delle finestre tolte dalla cella), Paola Ziccone era stata già rimossa dal suo incarico.
Il caso del carcere minorile situato in pieno centro storico scoppia poco meno di un anno fa, quando l’allora direttrice Paola Ziccone, in servizio da dieci anni, era stata rimossa a cavallo delle ferie agostane dal suo diretto superiore, l’allora direttore del Centro di giustizia minorile dell’Emilia-Romagna, Giuseppe Centomani. “Sicuramente ci sono stati nel corso degli anni problemi di tipo tecnico nella gestione dell’Istituto, che sono stati rilevati e comunicati al dipartimento”, spiega Centomani pochi giorni dopo il fatto. Alla fine, “all’esito dell’ennesimo momento critico con il personale di Polizia penitenziaria”, secondo il dirigente Centomani, il dipartimento “ha ritenuto di disporre la sostituzione di Ziccone”. Eppure appena tre anni prima, nel 2008,un’ispezione ministeriale aveva definito “corretta” la gestione della direttrice.
Ma le sorprese non finiscono lì e poche settimane dopo, nel settembre 2011, la procura minorile porta a galla il caso della violenza sessuale su un detenuto da parte di due altri giovani rinchiusi al Pratello. In seguito a questa vicenda, a dicembre 2011 il nuovo Guardasigilli, Paola Severino, rimuove il nuovo direttore Lorenzo Roccaro (che nel frattempo aveva sostituito Paola Ziccone e non risulta tra gli indagati), il comandante della Polizia Penitenziaria Aurelio Morgillo e soprattutto destituisce dall’incarico lo stesso Centomani. Nel provvedimento del ministero della giustizia si parlava di “diffusa e persistente violazione di obblighi di correttezza.
Anche Centomani non è tra gli indagati. Anche recentemente si era difeso: “Io non sono stato rimosso dall’incarico per responsabilità accertate e rilevate dalla commissione ispettiva Cascini; il mio trasferimento ad altro incarico è avvenuto perché ritenuto opportuno al fine di eliminare ogni possibile condizionamento alle indagini che avevano preso avvio in esito all’Ispezione del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria”. Poi si era difeso anche dall’accusa di avere “fatto fuori” la direttrice Ziccone: “Non avevo la possibilità formale di rimuovere alcuno, quindi la revoca dell’incarico dell’ex direttrice è stata disposta da Roma, all’esito dell’ennesima situazione critica verificatasi”.
Intanto la Ziccone, sostenuta anche da diverse parlamentari del Partito democratico inizia nel 2012 la sua battaglia per essere reintegrata. A fine maggio 2012 il giudice del lavoro di Bologna le dà ragione, ma per Paola Ziccone c’è poco tempo per festeggiare perché pochi giorni dopo, l’11 giugno, il ministero della Giustizia la sospende per tre mesi senza stipendio. Niente da fare dunque e nonostante il giudice del lavoro ribadisca la sua sentenza ai primi di luglio il ministero nomina i nuovo direttore del carcere del Pratello, Alfonso Paggiarino.
I motivi sono forse da ricercare proprio negli esiti che stava prendendo l’inchiesta della Procura della repubblica bolognese che a fine 2011 aveva aperto un’inchiesta parallela a quella dei magistrati del minorile. I Pm hanno così scavato sia nella vicenda dello stupro di settembre sia nella gestione degli anni precedenti in cui il Pratello era in mano alla direttrice.