Potranno essere applicate le misure d'urgenza già sottoscritte il 26 luglio scorso. Il presidente della Puglia Nichi Vendola: "Ringrazio le forze politiche parlamentari e la deputazione pugliese che con serietà e rigore hanno accompagnato la Regione a costruire un percorso all'altezza della drammaticità della situazione"
Il Consiglio dei ministri ha sbloccato per decreto 336 milioni di euro che saranno necessari per gli interventi di bonifica del sito dell’acciaieria Ilva di Taranto. Grazie al decreto si rendono disponibili le risorse e si semplificano le procedure, per fare in modo che “gli interventi previsti siano attuati in tempi certi”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il quale spera “che in una settimana il tavolo tecnico individui le soluzioni tecnologiche” per ridurre le emissioni. Il governo durante il Cdm ha dato il via libera alle procedure “accellerate” per l’attuazione degli impegni previsti dal protocollo d’intesa sottoscritto il 26 luglio scorso. Quindi è stata disposta la velocizzazione degli interventi di bonifica e risanamento dell’area di Taranto. La decisione è stata presa dopo che il ministro Clini ha portato in consiglio dei ministri un’informativa, l’esecutivo ha deciso di agire con un decreto legge e non con un’ordinanza di protezione civile, l’altra opzione sul tavolo.
La notizia, comunicata dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, è stata accolta con un applauso dall’assise regionale. “Ringrazio per vostro tramite tutte le forze politiche parlamentari e la deputazione pugliese – ha detto Vendola nel suo breve intervento- ringrazio i colleghi di maggioranza e opposizione che con serietà e rigore hanno accompagnato la Regione a costruire un percorso all’altezza della drammaticità della situazione che vive Taranto”.
Intanto Clini ha fatto sapere che il presidente di Ilva Bruno Ferrante “ha annunciato oggi la rinuncia al contenzioso col ministero dell’Ambiente per cominciare a lavorare insieme agli interventi che servono a risanare il territorio”. Il ministro ha aggiunto che da lunedì mattina “cominceremo a identificare tutti quegli interventi tecnologici sugli impianti e sul parco geominerario, per ridurre di fatto tutte le emissioni che rappresentano ancora un problema”.
Nel mondo dei partiti Pdl, Fli e Pd hanno espresso soddisfazione, mentre la Lega ha gridato all’assistenzialismo e i Verdi non reputano adeguate le risorse. Alfredo Mantovano, onorevole del Pdl, ha commentato: “Vanno considerate con favore le decisioni assunte stamane sull’Ilva prima dal Cipe e poi dal cdm”. Per Mantovano ora bisogna procedere contestualmente, “con risorse cospicue”, al risanamento ambientale del rione Tamburi di Taranto, “quello più interessato dall’inquinamento dell’acciaieria”. Aldo Di Biagio, capogruppo di Fli in commissione Ambiente di Montecitorio sottolinea: ”I corvi che tifavano contro il Governo perché oggi non approvasse il decreto sull’Ilva di Taranto sono stati smentiti dai fatti”. Francesco Boccia deputato, coordinatore economico del Pd alla Camera ha dichiarato:”Il passo avanti fatto con il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri è fondamentale per uscire da una situazione drammatica. A questo punto, il testo che il Parlamento dovrà esaminare deve contenere tempi certi per gli interventi e doveri chiari per l’impresa”.
Di parere contrario invece il senatore della Lega Nord Fabio Rizzi: “E’ il solito vergognoso assistenzialismo incondizionato. Lacrime e sangue dalla spending review per recuperare 7 miliardi dalla sanità, per poi buttarne decine dalla finestra a favore di un’impresa da sempre in perdita e che grava sulle nostre tasche dal 1921″. Anche i Verdi criticano la decisione del governo, il presidente Angelo Bonelli spiega: ”Di fronte alla drammaticità della situazione ambientale e sanitaria di Taranto il decreto del governo e i 336 milioni di euro stanziati sono inadeguati”. Secondo Bonelli è “evidente” che le risorse stanziate per Taranto sono insufficienti, mentre “non è dato sapere se e con quale cifra l’azienda interverrà per le bonifiche”.
Da parte dei sindacati invece il fronte è compatto con l’esecutivo. La Uilm, parla di una “bella notizia che va nel senso auspicato dai lavoratori dell’Ilva e dall’intera città di Taranto”. Rocco Palombella, il segretario generale ha aggiunto che “altri passi dovranno seguire ma il percorso è quello tracciato dal sindacato che con coerenza difende il lavoro e guarda alla sicurezza ambientale. Lo stabilimento siderurgico deve poter continuare la produzione dell’acciaio”. Per il segretario Confedearle della Cisl Luigi Sbarra quella di oggi “sarà certamente ricordata come la giornata della speranza per la città di Taranto , per il futuro dell’Ilva , per il destino di 21 mila famiglie , per il rilancio della politica industriale del paese che senza l’acciaio degli impianti pugliesi sprofonderebbe ancora in una condizione di ulteriore crisi”. Giovanni Centrella segretario generale dell’Ugl ha definito il decreto legge sull’Ilva come il “segnale fondamentale che serviva a coniugare lavoro e diritto alla salute, rispetto dell’ambiente”. Per l’Ugl conclude Centrella, è di “assoluta importanza” per la città di Taranto e per l’industria italiana “non perdere lo stabilimento e avere la garanzia che la salute dei cittadini e l’ambiente vengano tutelati”.