Un pezzo della Bologna artistica e musicale in trasferta svizzera. L’unico film italiano in concorso al Festival del film di Locarno “Padroni di Casa”, batte bandiera felsinea. Bolognese d’adozione è il regista, il toscano Edoardo Gabbriellini, da alcuni anni trapiantato in città, ma soprattutto uno dei protagonisti, che di Bologna è diventato uno dei portavoce piu’ famosi: Gianni Morandi, che torna sugli schermi cinematografici dopo una lunghissima assenza, e che nel film interpreta Fausto Mieli, un musicista ritirato dalle scene, cinico, amaro, con una moglie immobilizzata su una sedia a rotelle.
“Tornare a fare un film dopo aver lavorato con Pietro Germi quaranta anni fa è stata una bella sfida” ha dichiarato oggi a Locarno Gianni Morandi. “Non è che non ci siano state delle proposte nel frattempo, sia ben chiaro. Ma stavolta invece mi ha attirato questo personaggio, cosi’ diverso da me. Mi ci sono buttato con entusiasmo, non so con che risultati.”
Nel cast, oltre a Morandi, Valerio Mastandrea, Elio Germano e Valeria Bruni Tedeschi. “Avevo voglia di tornare a fare qualcosa” prosegue Morandi “soprattutto per misurarmi con questi giovani talenti del cinema italiano.”
Altra figura di spicco del panorama bolognese nel film è Cesare Cremonini, anche lui presente a Locarno, che ha scritto due canzoni originali per la colonna sonora del film: “Sono molto contento di aver potuto lavorare finalmente con Gianni Morandi. Ci eravamo incontrati per la prima volta anni fa allo stadio Dall’Ara, visto che siamo entrambi grandi tifosi del Bologna, e io gli avevo proposto di scrivere delle canzoni per lui. Siccome lui è una persona educata, mi ha detto che gli avrebbe fatto molto piacere. Poi in verità avevo scritto un pezzo pensando a lui, “Mondo”, che invece ho utilizzato per lanciare il mio “Best of”.”
“E’ vero” si intromette Morandi “era un pezzo bellissimo, e un po’ mi è dispiaciuto non poterlo incidere. Ho pensato: ma guarda questo… prima mi offre un pezzo e poi sparisce!“ dice ridendo.
“Invece poi è accaduto che Edoardo Gabbriellini mi chiedesse di scrivere dei brani per questo film, e poi quando ho saputo che Morandi avrebbe interpretato il ruolo di Fausto Mieli ho pensato che sarebbe stata finalmente l’occasione di lavorare assieme. E sono molto contento che Gianni interpreti la canzone che chiude il film, “Amor mio”, che parla di abbandonare una persona amata, e che ho scritto pensando a mio padre, che ha ottantacinque anni.”
E ieri sera, in un gustoso siparietto musicale fuori-programma, Gianni Morandi ha imbracciato la chitarra per la gioia degli ottomila presenti alla proiezione serale della Piazza Grande ed ha ricordato un altro grande autore bolognese, Lucio Dalla.
Vuoi per l’assonanza tra la toponomastica locale e l’omonima canzone dell’amico, o semplicemente per ricordare il collega scomparso proprio in Svizzera, a Montreaux, lo scorso Marzo, dopo un accenno di “Scende la pioggia” (visto il temporale estivo che si abbatteva su Locarno al momento), Morandi, chitarra acustica e voce, si è prodotto in una sublime versione di “Piazza Grande”, completa di vocalizzo “scat” sul finale alla maniera del grande Lucio.
Durante il soundcheck pomeridiano Morandi aveva provato anche “Perché no” di Lucio Battisti e “Caruso” dello stesso Dalla, ma per chiudere il breve concerto, sotto gli occhi divertiti del direttore del Festival Olivier Père, ha deciso di optare poi per la classica “C’era un ragazzo che come me…”, cantata in coro dal pubblico e accompagnata da un battimani ritmico.
di Massimo Benvegnù