Con le indagini della Procura di Palermo e i rinvii a giudizio richiesti si scopre che col suo “Con la mafia si convive” Pietro Lunardi non solo diceva il vero, ma molto meno di quanto sta saltando fuori, pur con tutte le frenate e le reticenze non solo della Casta, ma anche del più alto Potere dello Stato.
A Lunardi va anche il merito della sincerità, per l’occasione virtù di pochi.
Tratta e vinci
Quando un Pietro Lunardi sciagurato
affermò “Con la mafia si convive”
almeno mezza Italia lo ha cazziato
con gran fiorir di critiche e invettive.
Oggi scopriam purtroppo in tribunale
non solo che il ministro era nel giusto,
ma che la cosa ormai sembra normale
e non procura ai più nessun disgusto.
Non solo si convive, si intrallazza
e mafiosi, politici e caramba,
filibustieri d’ogni tipo e razza,
son stati nel trattare molto in gamba.
Quando si parla della trattativa
un aggettivo sempre le si abbina
ed è: presunta, un’espression lesiva
per una verità senza sordina.
Aggettivo gradito al Presidente
che invita tutti quanti ad indagare
purché non salti fuori proprio niente
ed Ingroia si possa strapazzare.
Scordata è di Firenze la sentenza
che ha condannato i boss per gli attentati,
ma ha pure confermato l’esistenza
di contatti a uno scambio indirizzati:
niente bombe per carcere più blando,
niente attentati, ma guerra ai pentiti.
Ciò che successe, mentre van cianciando
di pm aguzzini ed accaniti.
Ingroia va a combattere la droga
nel lontan Guatemala ove si spera
che un dì la smetta d’indossar la toga,
bucherellato come una groviera.
Scarpinato difende Borsellino
dalle false parole della gente
senza un curriculum adamantino
ed il Csm prontamente
è pronto ad imbastirgli un bel processo.
Napolitano, l’uom che vuol far luce,
al parlar con Mancino non dà accesso,
diventando ogni giorno un po’ più truce.
La moral della storia è triste assai:
le indagini si invocano a gran voce,
purché nessuno arrivi proprio mai
ad una verità vera, ma atroce:
“Non solo con la mafia si convive,
ma sia i politici che i militari
fan coi mafiosi liete comitive!”
Era meglio Lunardi, amici cari.