“Volevo essere più forte per questa olimpiade. Ho sbagliato, la mia carriera è finita”: con queste parole il campione olimpico in carica dei 50 chilometri di marcia, il bolzanino Alex Schwazer, ha ‘confermato’ all’Ansa la sua positività al doping. “Ho fatto tutto da solo e di testa mia – ha proseguito l’ex azzurro – e dunque mi assumo tutte le responsabilità per quello che è successo”. Poi, la conclusione, amara: “La mia vita nell’atletica è finita oggi”. Il test è stato effettuato dalla Wada lo scorso il 30 luglio ad Oberstdorf, dove l’atleta si stava preparando per i Giochi: Schwazer è risultato positivo all’Epo. E’ stato fermato oggi, prima della partenza per la capitale inglese. La ‘confessione’ del diretto interessato, inoltre, era stata confermata dall’allenatore della marcia azzurra Michele Didoni: “Meno di un’ora fa Schwazer mi ha chiamato e mi ha detto che aveva una notizia brutta, il fermato per doping è lui”. Duro il commento del trainer: “Continuava a ripetere puerilmente ‘mi prendo tutte le responsabilità’, senza capire che il suo gesto individuale ricadrà su tanti. La madre stava per essere ricoverata al pronto soccorso per la tensione”. Nel pomeriggio, del resto, il Coni aveva comunicato di aver espulso un atleta ‘non ancora arrivato’ a Londra. Il mistero intorno al nome del dopato è durato poco.
L’espulsione è stata decisa dal presidente del Coni Giovanni Petrucci dopo un colloquio con il capo delegazione Raffaele Pagnozzi. Sul sito del Comitato olimpico, del resto, è scritto che “un atleta che non è ancora giunto a Londra ha ricevuto una notifica di esito avverso per un controllo antidoping disposto precedentemente dalla Wada (L’agenzia antidoping mondiale, ndr)”. Sembra sia risultato positivo all‘Epo (l’ormone eritropoietina). Poi la conferma. E la polemica. “E’ una pagina che non avrei mai voluto vivere – riflette Petrucci nel corso di un incontro a Casa Italia con i giornalisti -. Risultati esaltanti, medagliere importante, tutto stava filando per il verso giusto, ma questa è stata una notizia che ci ha ferito. In due ore abbiamo deciso con Pagnozzi, ma non siamo eroi o fenomeni. Siamo persone normali, serie e corrette. L’avevamo detto – continua Petrucci – meglio medaglie in meno ma pulizia. L’onestà e la bontà non sono un optional, abbiamo solo fatto il nostro dovere. Certo è una notizia che farà il giro del mondo visto che parliamo del campione olimpico uscente, ma non abbiamo avuto nessun dubbio”.
Alex Schwazer avrebbe dovuto gareggiare sabato mattina nella sua specialità, che lo ha visto salire sul gradino più alto del podio ai precedenti Giochi di Pechino 2008. Per la spedizione azzurra si tratta di un grosso trauma, non solo sportivo. Da Schwazer, infatti, ci si aspettava una medaglia di metallo pregiato, non certo l’onta di un’esclusione che getta discredito su tutto il movimento italiano.
Si tratta, inoltre, dell’unico caso di doping per la delegazione italiana. Ai mondiali di Helsinki 2005, Schwazer ha vinto il bronzo nella marcia, così come a Osaka (2007). Agli Europei di Barcellona 2010, invece, nei 20 km si è aggiudicato l’argento. Marcia per il centro sportivo Carabinieri ed è allenato dal tecnico Michele Didoni (campione del mondo della 20 km di marcia nel 1995). Franco Arese, presidente della federatletica (Fidal) ha detto, in primo momento, di non saperne nulla: “Non sono stato informato di niente ed è anche meglio così…”. Poi la delusione in poche parole: “E’ una giornata amara, ma è meglio una medaglia in meno che combattere con situazioni del genere. Lui ha dichiarato che ha fatto tutto da solo. Sono molto amareggiato, era una delle poche medaglie che si potevano vincere”. Arese ha spiegato che l’atleta sarà punito, ma che non bisogna infierire e che il giovane si allenava molto duramente e sicuramente non aveva bisogno di fare questo errore che gli potrebbe costare la carriera. Il 4 agosto scorso, inoltre, Schwazer aveva rinunciato alla prova olimpica dei 20 km di marcia. Ufficialmente per un raffreddore.
Intanto la Rete si rivolta. La fan page ufficiale di Alex Schwazer, 8.500 mi piace, su Facebook non risparmia critiche, anche feroci. C’è chi non gli perdona la figuraccia planetaria, “Il problema è che hai fatto fare cattiva figura a tutti gli italiani”, chi chiede una confessione pubblica, “Non hai rispetto né per te, ne per i tuoi colleghi onesti, né per gli sportivi, né per i fan. Dì almeno pubblicamente che hai sbagliato”, e chi non nasconde un’abissale delusione , “Da te non me lo sarei mai aspettato, delusione indescrivibile. L’ho sentito al tg olimpico e ho ricevuto una pugnalata, vergognati”. E ancora, chi ne fa una questione finanziaria, “Ridacci tutti i soldi che ti abbiamo pagato a Pechino!”) chi infine tende a generalizzare , “Io penso che questo atleta non sia l’unico, è stato solo bischero a fasi beccare, ma a parer mio è tutto marcio ed è pieno di dopati in tutte le discipline”. Oltre ad attacchi duri e anche volgari, c’è chi trova parole di conforto, anche se non sono in molti: “Anche i migliori possono sbagliare… forza… sei un grande campione”, oppure “Ci sono errori ben più gravi. Ora deve trovare il coraggio di rifarsi perché la cosa peggiore è tradire se stessi. Ma una seconda chance si dà a tutti”. Solo gocce, però, in un mare di profonda delusione e di insulti.