Ancora un altra volta scrivo con clamoroso ritardo! C’è stata di mezzo la Reception estiva del Fabian Women’s Network, una settimana al mare dai miei genitori a Cecina, un nuovo lavoro cominciato la scorsa settimana e, last but not least, le Olimpiadi!
Parecchie cose mi hanno colpito delle Olimpiadi. La prima, la cerimonia di apertura. Definita ‘multicultural crap’ – schifezza multiculturale, per non dire peggio – da un parlamentare Tory, la cerimonia è stata invece un momento splendido, perché narrava l’anima profonda di Londra e della Gran Bretagna, quella laicità che regola la convivenza tra le culture diverse e che permette a tanti di stare insieme, riconoscersi e rispettarsi.
Secondo, l’identità. Forse perché le Olimpiadi sono qui, a poca distanza da dove vivo, mi sento molto partecipe. Non riesco a non farmi prendere da un po’ di emozione pensando allo sforzo e alle fatiche di questi giovani, alla dedizione e alla costanza. Ma è anche bello riconoscere il senso di appartenza alle nazioni. Appartenenza, per scelte più o meno libere, sempre meno legata alle origini, alle nascite, alle biografie.
Terzo, Oscar Pistorius. Sono contentissima che, oltre alle paraolimpiadi che si terranno a settembre, abbia gareggiato anche con i normo-dotati. È davvero straordinaria l’idea che la tecnica e la scienza, insieme all’umanità di una famiglia e al coraggio di Oscar, siano arrivate fino alle semifinali. Le critiche, tante, che ho sentito, mi sembrano ingiustificabili, e mi hanno inorridito. Forse chi si permette di dire con tanta arroganza che non è giusto per lui concorrere con delle ‘gambe’ finte dovrebbe provare a fare a cambio…
Quarto, le donne. Una ricerca americana ha recentemente mostrato che le donne sportive sono usate poco e male come testimonial, anche perché spesso si cerca l’aspetto erotico. Non stupisce, visti alcuni commenti sessisti di in questi giorni. Tuttavia mi ha dato fiducia vedere tante atlete celebrate da un intero popolo.
Scusate questa digressione, ma sono stata davvero travolta dallo spirito olimpico!
Nel frattempo, l’Europa brucia e l’eurozona continua a tremare. Vorrei fare solo qualche considerazione.
Agosto è un mese complicato, con l’Euro esposto alle tempeste dei mercati e delle speculazioni. C’è chi si chiede se non sarà il mese per affossare completamente l’Euro. Non mi stupirebbe, visto che siamo completamente nelle mani delle decisioni dei mercati finanziari.
L’unico modo per reagire alla situazione attuale sarebbe la politica, quella seria, capace di rimettere al centro i cittadini, i lavoratori e le imprese. Sono stata recentemente ad una business reception, organizzata dal Labour party nella City, dove ho potuto incontrare molti imprenditori e manager di vari settori, particolarmente della finanza. Ho sentito, in molti di loro, lo stesso sgomento di fronte a un mercato della finanza che ha perso il contatto con quell’economia reale che invece dovrebbe servire, e che così facendo ha dissipato la fiducia delle persone. E, al di là dell’antieuropeismo stile UKIP (il partito dell’Independence, che ha come missione l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa), nei settori produttivi britannici c’è la piena consapevolezza della necessità di salvare l’euro ad ogni costo. Spero davvero che Hollande riesca nella sua impresa di tracciare il solco di un’Europa alternativa a quella attuale, dove le riforme si fanno con i lavoratori, e non alle spese dei lavoratori. Magari un’Europa che rimetta al centro la sua agenda sociale, lasciando da parte l’ideologia (liberal-conservatrice) secondo la quale se non ci sono soldi bisogna continuare a tagliare, entrando in una spirale senza fine.
Ne riparlerò nei prossimi giorni.