Il dato emerge da una ricerca effettuata dalla rivista di Zscaler che si occupa di sicurezza sul web. Il magazine ha fatto una ricerca partendo proprio dagli indirizzi che riportano nella stringa “Olympics”. Quattro siti su cinque, quindi, sono falsi, delle vere e proprie “patacche”
Le “Olimpiadi dei social network”, come qualcuno le ha definite, saranno anche quelle più “spammate” e truffate della storia. La frode, infatti, corre anche online. E, in caso di eventi globali, è ancora più pericolosa. L’80 per cento dei siti di tutto il mondo che riportano in un qualche modo la parola “Olimpycs” oppure “London 2012” sono stati creati per spammare gli utenti di Internet, se non addirittura per delle vere e proprie frodi informatiche. Il dato emerge da una ricerca effettuata dalla rivista di Zscaler, un’azienda americana e indiana, con sedi anche in Australia, che si occupa di sicurezza sul web. Il magazine ha fatto una ricerca partendo proprio dagli indirizzi che riportano nella stringa “Olympics”. Quattro siti su cinque, quindi, sono falsi, delle vere e proprie “patacche”.
Quattro le categorie di rischio della classificazione e si va dal semplice spamming, a siti che chiedono password e dati personali, dal “typo squatting”, un vero e proprio furto di URL (ci si collega a un sito ma in realtà si viene reindirizzati su un altro), a siti Internet che fanno partire tariffazioni extra e non richieste. Fra queste anche delle truffe di poco conto, come fare in modo che il proprio sito “copione” risulti primo o nelle prime posizioni utilizzando un motore di ricerca. Comunque illegale, in caso di Londra 2012, visto lo stretto controllo da parte degli organizzatori e viste le leggi create appositamente per difendere sponsor e bilanci olimpici.
Poco importa se il Locog, il comitato organizzatore dei giochi, ha vietato l’uso improprio persino di certe parole come “London 2012”, “summer 2012”, e “Olympics”. A Londra circola la “polizia del brand”, degli ufficiali che vanno in giro per la capitale facendo in modo che nessuno utilizzi senza averne diritto simboli o parole olimpiche. Il tabloid Daily Mail, qualche tempo fa, parlò persino di anziane britanniche, di quelle che prendono il tè delle cinque, multate per aver messo in vendita ai vicini di casa delle torte con cinque cerchi impressi. Al di là dei casi più colorati, rimane il fatto che nulla può fare il Locog contro il proliferare di siti Internet truffaldini se non propriamente pericolosi. Ma, avverte la rivista di Zscaler, anche alcuni software per guardare le Olimpiadi – connettendosi attraverso Internet senza il bisogno di un canale televisivo – in realtà nasconderebbero fra le loro pieghe degli spyware in grado di carpire quei nostri segreti ai quali teniamo tanto.
E c’è anche una vittima illustre. Secondo Zscaler, il sito più colpito da chi pratica il typo squatting è quello olimpico della NBC, la televisione americana, nbcolympics.com. Così, finti siti del canale della Universal vengono ricoperti di inserzioni pubblicitarie, nella speranza che qualcuno ci clicchi sopra. Sempre la televisione è al centro della truffa di tutti quelli che offrono la “Tv on pc”, siti che prendono le immagini dal satellite o dal cavo e rivendono le stesse su Internet, in real time, a costi anche bassi ma non per questo legali. Siti che spesso presentano finte recensioni da parte di finti utenti, per fare in modo che la gente creda all’utilità di questi strumenti. Quando, in realtà, basta accendere una televisione in qualsiasi parte del globo per essere ricoperti di immagini provenienti da Londra, sempre in diretta, senza pagare alcun extra.
Ma Internet, a volte, aiuta pure a trovare un biglietto. E questa volta in modo del tutto legale. In questi giorni migliaia di amanti dello sport si collegano un po’ più del solito a Twitter, in attesa di ricevere un “alert” relativo alla messa in vendita di biglietti per le gare. Adam Naisbitti, un 32enne informatico di Milton Keynes, città-dormitorio a nord di Londra famosa soprattutto per le sue piste sciistiche artificiali in pieno centro, ha ideato un software che monitora continuamente il sito ufficiale di Londra 2012 in cui vengono offerti quei biglietti rimasti invenduti. E, in base alle richieste che l’utente di Twitter può fare, il software comunica, sempre tramite il social network, che è giunto il momento di collegarsi al sito e comprare l’agognato tagliando. Naisbitti non guadagna un soldo da questo servizio, ma ha già fatto contente molte persone. L’account da selezionare è @2012TicketAlert. E circa 20mila follower hanno già scelto di aderire.