La procura di Palermo ha espresso parere negativo sulla richiesta dei legali dell’ex ministro dell’Interno ed ex presidente del Senato Nicola Mancino di stralciare la sua posizione da quella degli altri indagati nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia. Per i difensori di Mancino, indagato per falsa testimonianza, non ci sarebbe connessione sostanziale tra la sua posizione e quella degli altri 11, tra boss, politici ed esponenti dell’Arma, accusati di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato.
Non la pensa così il pm Nino Di Matteo (su cui il pg della Cassazione ha avviato un’azione disciplinare) che motiva il suo no allo stralcio con lo “strettissimo collegamento probatorio” tra le vicende contestate all’ex ministro e quelle contestate agli altri indagati. Tanto che una separazione comporterebbe un’inutile duplicazione delle acquisizioni probatorie. Sulla istanza dei legali, però, l’ultima parola spetta al gup Piergiorgio Morosini che il 29 ottobre deciderà la questione durante la celebrazione dell’udienza preliminare.