Ci siamo, il Pil italiano ha eguagliato il record negativo raggiunto nel secondo trimestre del 2009 (momento peggiore della recessione iniziata nel 2008) e, viste le dichiarazione di Monti, Fornero, Passera, Clini e compagnia governante, è lecito aspettarsi che la situazione possa ulteriormente peggiorare.
Molte voci, anche autorevoli non fanno più mistero delle proprie catastrofiche previsioni e dicono che faremo la fine della Grecia. Cioè? Che fine ha fatto la Grecia?
Oltre agli aspetti più noti (tagli alla spesa pubblica, migliaia di attività commerciali costrette a chiudere, aumento della disoccupazione), ci sono degli effetti della crisi che hanno lasciato molte persone a bocca aperta. Lo rivela un articolo pubblicato ieri dall’agenzia Reuters dal titolo “Strozzata dalla crisi del debito, i Greci abbandonano l’auto per la bicicletta”.
Brevemente, il numero delle auto sulle strade greche è diminuito del 40% in ciascuno degli ultimi due anni, mentre il numero di biciclette vendute solamente nel 2011 è aumentato di più del 25%. I negozi di biciclette e riparazioni spuntano come funghi in ogni quartiere e il principale produttore di biciclette greco, Vogiatzis, sta vedendo la propria produzione attraversare una fase di vero e proprio boom.
Tuttavia, per quanto il loro numero sia in netto aumento, questa popolazione di neo ciclisti si sta confrontando con una realtà dura da accettare: le città greche non hanno le infrastrutture necessarie per garantire la sicurezza di chi adesso si trova costretto ad usare la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani.
La Grecia, infatti, esattamente come l’Italia, ha concentrato tutti i propri sforzi negli ultimi anni esclusivamente nella costruzione di infrastrutture utili allo sviluppo della motorizzazione trascurando completamente gli aspetti del trasporto pubblico e della mobilità leggera.
Ciò su cui però vale la pena riflettere è che i paesi virtuosi dell’Europa centrale hanno da tempo capito che la bicicletta è un mezzo di trasporto da incentivare perché, oltre alla salute, porta risparmio e benessere sociale. La Grecia, invece, se ne sta accorgendo solamente adesso, quando è troppo tardi.
Questa è l’immagine che intravediamo in lontananza dall’altra parte del Mar Ionio e può essere considerata una sorta di palla di cristallo attraverso la quale possiamo prevedere il futuro. Ma il futuro non è immodificabile e ancora non sappiamo se l’Italia farà la fine della Grecia, se riuscirà a uscire dalla crisi del debito o se, invece, si troverà in una situazione analoga entro breve. In ogni caso, il buon senso dice che sarebbe meglio non farsi cogliere impreparati e chiudere il recinto prima che i buoi scappino.
C’è una frase dell’articolo della Reuters in particolare che suona come un campanello di allarme: “Con un prezzo della benzina a 1,72 euro al litro, la cultura della bicicletta non può che aumentare”.
In Italia la benzina è a 1,86 euro al litro.
L’ora del cambiamento è adesso ed è il caso di rendersene conto.
Paolo Pinzuti
Editore di bikeitalia.it
Economia & Lobby - 9 Agosto 2012
Italia e Grecia all’appuntamento con la crisi
Ci siamo, il Pil italiano ha eguagliato il record negativo raggiunto nel secondo trimestre del 2009 (momento peggiore della recessione iniziata nel 2008) e, viste le dichiarazione di Monti, Fornero, Passera, Clini e compagnia governante, è lecito aspettarsi che la situazione possa ulteriormente peggiorare.
Molte voci, anche autorevoli non fanno più mistero delle proprie catastrofiche previsioni e dicono che faremo la fine della Grecia. Cioè? Che fine ha fatto la Grecia?
Oltre agli aspetti più noti (tagli alla spesa pubblica, migliaia di attività commerciali costrette a chiudere, aumento della disoccupazione), ci sono degli effetti della crisi che hanno lasciato molte persone a bocca aperta. Lo rivela un articolo pubblicato ieri dall’agenzia Reuters dal titolo “Strozzata dalla crisi del debito, i Greci abbandonano l’auto per la bicicletta”.
Brevemente, il numero delle auto sulle strade greche è diminuito del 40% in ciascuno degli ultimi due anni, mentre il numero di biciclette vendute solamente nel 2011 è aumentato di più del 25%. I negozi di biciclette e riparazioni spuntano come funghi in ogni quartiere e il principale produttore di biciclette greco, Vogiatzis, sta vedendo la propria produzione attraversare una fase di vero e proprio boom.
Tuttavia, per quanto il loro numero sia in netto aumento, questa popolazione di neo ciclisti si sta confrontando con una realtà dura da accettare: le città greche non hanno le infrastrutture necessarie per garantire la sicurezza di chi adesso si trova costretto ad usare la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani.
La Grecia, infatti, esattamente come l’Italia, ha concentrato tutti i propri sforzi negli ultimi anni esclusivamente nella costruzione di infrastrutture utili allo sviluppo della motorizzazione trascurando completamente gli aspetti del trasporto pubblico e della mobilità leggera.
Ciò su cui però vale la pena riflettere è che i paesi virtuosi dell’Europa centrale hanno da tempo capito che la bicicletta è un mezzo di trasporto da incentivare perché, oltre alla salute, porta risparmio e benessere sociale. La Grecia, invece, se ne sta accorgendo solamente adesso, quando è troppo tardi.
Questa è l’immagine che intravediamo in lontananza dall’altra parte del Mar Ionio e può essere considerata una sorta di palla di cristallo attraverso la quale possiamo prevedere il futuro. Ma il futuro non è immodificabile e ancora non sappiamo se l’Italia farà la fine della Grecia, se riuscirà a uscire dalla crisi del debito o se, invece, si troverà in una situazione analoga entro breve. In ogni caso, il buon senso dice che sarebbe meglio non farsi cogliere impreparati e chiudere il recinto prima che i buoi scappino.
C’è una frase dell’articolo della Reuters in particolare che suona come un campanello di allarme: “Con un prezzo della benzina a 1,72 euro al litro, la cultura della bicicletta non può che aumentare”.
In Italia la benzina è a 1,86 euro al litro.
L’ora del cambiamento è adesso ed è il caso di rendersene conto.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.