Il tecnico juventino salterà già la finale di Supercoppa contro il Napoli in programma domani. Per il suo vice sanzione di 8 mesi. Prosciolti invece i calciatori Bonucci e Pepe. Lecce e Grosseto retrocesse: non parteciperanno alla serie B
Il tecnico della Juventus Antonio Conte è stato squalificato per 10 mesi dalla Commissione Disciplinare della Federcalcio in merito al processo sul calcioscommesse e quindi salterà la finale di Supercoppa italiana contro il Napoli in programma domani. Il tecnico, condannato per fatti risalenti a quando era l’allenatore del Siena, ha avuto uno sconto di cinque mesi rispetto alla richiesta del Procuratore federale, Stefano Palazzi, dopo che la Disciplinare aveva ritenuto “non congrua” la richiesta di patteggiamento a 3 mesi e 200mila euro di ammenda e dopo il rifiuto di un nuovo patteggiamento da parte dello stesso tecnico. La Juventus dovrà fare a meno anche del vice allenatore, Angelo Alessio, che è stato squalificato per otto mesi e del collaboratore tecnico Cristian Stellini, che ha già lasciato il club dopo il patteggiamento di due anni e mezzo.
Conte aveva chiesto il patteggiamento, respinto dalla Commissione disciplinare perché ritenuto incongruo, poi il procuratore federale Palazzi aveva chiesto un anno e 3 mesi. Alla fine questa la “pena”, peraltro anticipata alcuni giorni fa dalla Gazzetta dello Sport.
La Juve, tuttavia, può tirare un sospiro di sollievo per il proscioglimento per i due calciatori Bonucci e Pepe, coinvolti anch’essi in episodi avvenuti quando giocavano in altre squadre e che erano stati citati in alcune testimonianze di giocatori “pentiti”. I due giocatori erano stati deferiti dalla Procura federale per la presunta partecipazione alla combine della partita Udinese-Bari del maggio 2010.
Lecce e Grosseto retrocesse. La sentenza della Commissione Disciplinare Nazionale, presieduta da Sergio Artico, legata ai procedimenti sul calcioscommesse relativi alle inchieste condotte dalle Procure di Cremona e Bari ha disposto anche l’esclusione di Lecce e Grosseto dal campionato di serie B, con assegnazione da parte del Consiglio federale a uno dei campionati di categoria inferiore (e ammenda di euro 30mila euro al Lecce). Il presidente del Lecce Semeraro è stato inibito. Sono state inoltre decise una penalizzazione per Novara (-2) e ammende per Bologna (30.000 euro) e Ancona (10.000) e un totale di 19 tesserati condannati (oltre ai patteggiamenti già definiti in aula).
La commissione: “Carobbio, attendibilità assoluta”. “L’attendibilità assoluta” delle dichiarazioni di Filippo Carobbio, oltre ai “riscontri” avuti “anche attraverso dichiarazioni rilasciate da altri tesserati” sono alla base della squalifica di 10 mesi che la Commissione Disciplinare ha comminato ad Antonio Conte per vicende relative al periodo in cui il tecnico della Juventus guidava il Siena. Conte è stato punito per l’omessa denuncia relativa ai match Novara-Siena del 1° maggio 2011 e Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011. Sulla sanzione pesa anche “l’aggravante della qualifica rivestita”. Come è noto, secondo la procura Figc, in base alle dichiarazioni di Carobbio, Conte avrebbe rassicurato la squadra prima del match con il Novara facendo riferimento ad un’intesa per il pareggio. Le parole di Carobbio sono ritenute di “assoluta attendibilità” anche per “la totale mancanza di un qualunque motivo di risentimento o convenienza che possa averlo spinto a coinvolgere altri soggetti”.
“Carobbio non poteva avere rancore personale”. Carobbio, quindi, non ha voluto “inguaiare” Conte: “Assolutamente incoerente – secondo la Disciplinare – risulta la circostanza che Carobbio avrebbe accusato Conte per rancore personale, legato all’episodio occorso nel settembre 2010, quando l’allenatore non gli concesse il permesso di recarsi dalla moglie per assisterla durante il parto. Al di là della circostanza che una tale motivazione sembra davvero non sufficiente a giustificare una (a quel punto falsa) denuncia addirittura riferita a un illecito sportivo, c’è da dire che le risultanze agli atti comprovano come Carobbio non avesse alcun problema all’interno dello spogliatoio del Siena e non nutrisse alcun risentimento nei confronti di Conte, del quale, anzi, aveva stima”. Inoltre, sostiene la Disciplinare, “se vi fossero stati motivi di risentimento di Carobbio nei confronti di Conte e, quindi, un qualche intento calunniatorio, Carobbio avrebbe potuto tirare in ballo il proprio allenatore anche con riferimento ad altri incontri dei quali ha riferito agli organi inquirenti (ad esempio, Siena-Torino), cosa che non è stata”.
Le testimonianze di altri tesserati presenti alla riunione tecnica, secondo i quali Conte non avrebbe fatto riferimento alla combine, “non possono essere ritenute attendibili, proprio perché, qualora fossero state di conferma delle circostanze indicate dal denunciante, sarebbero valse quali dichiarazioni autoaccusatorie”. La Disciplinare evidenzia poi le dichiarazioni rese da Sestu, ascoltato il 13 luglio, secondo cui “lo stesso Conte, nel suo discorso, fece espresso riferimento alla necessità che quella gara non venisse persa”. L’attendibilità di Carobbio è un punto fermo anche quando si parla di Albinoleffe-Siena.
“Conte non poteva non sapere”. Il calciatore “riferisce che l’impegno a lasciare la vittoria all’Albinoleffe venne preso nel corso di una riunione tecnica, qualche giorno prima dell’incontro, a cui era presente l’intero staff tecnico. Peraltro, a ulteriore conferma che Conte sapesse, vi è la circostanza che Stellini (all’epoca collaboratore del tecnico, ndr) ha ammesso di essere stato egli stesso a dare incarico a Carobbio e Terzi (altro calciatore del Siena, ndr), al termine della gara di andata, di andare a parlare con Garlini e Bombardini (giocatori dell’Albinoleffe, ndr) per “sistemare” la gara di ritorno. Ed è davvero poco credibile – afferma la Commissione – che Conte non fosse a conoscenza dell’iniziativa presa dal suo collaboratore, anche in ragione della personalità e del ruolo che aveva all’interno della Società, ben spiegati dalla dichiarazione resa da Perinetti (all’epoca dirigente del Siena, ndr), il quale” l’8 marzo 2012 “ha affermato che l’allenatore aveva un ‘carattere accentratore’. Ipotizzare che i componenti dello staff tecnico o la squadra prendessero decisioni a insaputa di Conte non è oggettivamente credibile”. Conte, in sostanza, non poteva non sapere.
Juventus soddisfatta. La Juventus ha espresso la propria “soddisfazione” per le assoluzioni di Bonucci e Pepe ed ha ribadito “il proprio pieno sostegno ad Antonio Conte e Angelo Alessio”. La società bianconera ribadisce “l’auspicio che i prossimi gradi di giudizio possano infine permettere alla loro innocenza di emergere appieno”. “Per quanto riguarda la posizione dei tecnici, il pool di legali, composto da professionisti designati dai singoli interessati, in piena concordia con la società, è già al lavoro per redigere i motivi d’appello, nella convinzione che le ragioni per affermare l’estraneità ai fatti addebitati siano immutate. Antonio Conte e Angelo Alessio saranno assistiti dagli avvocati Antonio De Rensis e Luigi Chiappero, cui si aggiunge l’avvocato Giulia Bongiorno“.
Le “condanne”. Le sanzioni comminate dalla Commissione disciplinare sono state, oltre ai patteggiamenti, in tutto 19. Angelo Alessio (vice-allenatore di Conte) 8 mesi di squalifica; Cristian Bertani: 3 anni e 6 mesi; Davide Bombardini, 6 mesi; Piero Camilli (presidente del Grosseto), inibizione di 5 anni; Mario Cassano: squalifica di 9 mesi; Edoardo Catinali, squalifica di 3 anni e 6 mesi; Antonio Conte, squalifica di 10 mesi; Ferdinando Coppola, 6 mesi; Davide Drascek, squalifica di 3 anni e 6 mesi; Mavillo Gheller, squalifica di 6 mesi; Alessandro Pellicori, squalifica di 3 anni; Emanuele Pesoli: squalifica di 3 anni; Claudio Terzi, squalifica di 3 anni e 6 mesi; Roberto Vitiello: 4 anni per illecito sportivo aggravato; Società A.C. Ancona Spa: ammenda di 10mila euro; società U.S. Grosseto: esclusione dal campionato di competenza di Serie B 2012/2013, con assegnazione da parte del Consiglio federale a uno dei campionati di categoria inferiore; Società Novara Calcio Spa: penalizzazione di 2 punti in classifica da scontarsi nella stagione 2012/13. Antonio Bellavista: squalifica di 4 anni; Nicola Belmonte: squalifica di 6 mesi; Stefano Guberti: squalifica di 3 anni; Daniele Portanova: squalifica di 6 mesi; Pierandrea Semeraro (presidente del Lecce) inibizione di 5 anni; Società F.C. Bologna 1909 Spa: ammenda di 30mila euro; società U.S. Lecce Spa: esclusione dal campionato di competenza di Serie B 2012/2013, con assegnazione da parte del Consiglio federale a uno dei campionati di categoria inferiore, e ammenda di 30mila euro.
I prosciolti. Sono stati prosciolti dalla Commissione Disciplinare, in merito al processo sul calcioscommesse l’Udinese e 7 tesserati: Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Marco Di Vaio, Salvatore Masiello, Daniele Padelli, Giuseppe Vives, Nicola Belmonte (limitatamente ai fatti di Udinese-Bari, squalifica di 6 mesi invece in relazione alla gara Cesena-Bari).
I patteggiamenti. Il procedimento ha riguardato in tutto 45 tesserati e 13 club: numerosi erano stati i patteggiamenti nel corso dei dibattimenti della scorsa settimana: tra i club Siena (-6 punti e 100.000 euro), Bari (-5 e 80 mila euro), Albinoleffe, Sampdoria, Torino e Varese (-1 e 30.000 euro di ammenda), Portogruaro (5.000 euro); tra i tesserati: Angelozzi (4 mesi), Bentivoglio (1 anno e 1 mese), Carobbio (6 mesi in continuazione ai precedenti 20 mesi), Da Costa (3 mesi e 30.000 euro di ammenda), D’Urbano (5 mesi e 10 giorni), Esposito (3 mesi e 10 giorni), Faggiano (4 mesi), Garlini (9 mesi in continuazione ai precedenti 3 anni), Gervasoni (4 mesi in continuazione ai precedenti 6 anni e 8 mesi e proposta di radiazione), Larrondo (3 mesi, 20 giorni e 30mila euro), A. Masiello (2 anni, 2 mesi e 30.000 euro), Mutti (4 mesi), Parisi (2 anni e 10.000 euro), Passoni (6 mesi e 15 giorni in continuazione ai precedenti 14 mesi), Poloni (6 mesi in continuazione ai precedenti 12 mesi), M. Rossi (1 anno, 8 mesi e 20.000 euro), Sala (2 anni), Sanfelice (4 mesi), Savorani (5 mesi e 10 giorni), Stellini (2 anni, 6 mesi e 50.000 euro di ammenda).