E adesso cambia tutto. La sentenza che squalifica Antonio Conte per dieci mesi era nell’aria, ma vederla scritta nero su bianco è tutta un’altra cosa. È una scossa che rivoluziona gli equilibri del calcio italiano e apre più d’un interrogativo. La Juventus campione d’Italia perde il grande artefice dello scudetto dello scorso anno. Ora tutti si domandano quanto pesante sarà la sua assenza per i bianconeri. Ma prima ancora c’è da chiedersi come la Juventus deciderà di regolarsi. Il presidente Agnelli deve scegliere: stare vicino a Conte (che ha dimostrato di essere fondamentale per la squadra, ed è amatissimo dai tifosi) o scaricarlo? Fino ad ora tutte le dichiarazioni ufficiali (compresa quella odierna post-sentenza) hanno espresso “pieno sostegno” all’allenatore di Lecce, ma la decisione non è così scontata.
Alcune indiscrezioni raccontano di un rapporto in fase di logoramento fra le parti; e l’ingresso nel pool di legali difensori dell’avvocato Giulia Bongiorno – ingaggiata direttamente da Conte per affiancare (sostituire?) Chiappero e Briamonte, i legali del club – ne sarebbe la conferma. Ma anche mettendo da parte queste voci il futuro di Conte alla Juve resta in bilico. Confermare il tecnico leccese vorrebbe dire, di fatto, affrontare un intero campionato senza guida tecnica: la squalifica entra in vigore immediatamente (Conte quindi salterà anche la prima gara della stagione, la finale di Supercoppa a Pechino contro il Napoli in programma domani) e sarà valida fino al prossimo giugno. Molti tifosi bianconeri hanno provato a minimizzare gli effetti della condanna: Conte continuerà ad allenare in settimana, e potrà comunque essere vicino alla squadra allo Juventus Stadium (dove non ci sono barriere architettoniche tra campo e tribune); e poi sarà presente in Champions League.
In questo c’è del vero, ma la situazione è sicuramente più complessa. Partendo dall’ultimo punto: tecnicamente la sentenza della Commissione disciplinare è valida solo per gare e manifestazioni della Figc. D’altra parte, la Figc può fare richiesta d’estensione in ambito internazionale, e dovrebbe trattarsi solo di una formalità. Considerando la grande severità della Uefa in tema di giustizia sportiva è quasi da escludere che Conte possa sedere in panchina per le gare di Champions League. In settimana invece potrà dirigere gli allenamenti, e non ci sono interdizioni neppure per le conferenze stampa. E per il campionato? Per agevolare il suo compito, la Juventus starebbe studiando un escamotage: l’installazione di un box particolare in tribuna, a ridosso del campo. Secondo il regolamento, infatti, “ai tecnici colpiti da squalifica è precluso l’accesso all’interno del recinto di gioco e degli spogliatoi”, ma nulla vieta a Conte di essere presente allo stadio. Il problema, però, non sarà tanto la posizione quanto il suo comportamento. Il codice di giustizia sportiva specifica infatti che ai tecnici squalificati è preclusa nel corso della gara “l’assistenza e la direzione con ogni mezzo della squadra”.
Regolamento alla mano, dunque, Conte potrebbe anche stare a un metro dai suoi giocatori; ma non svolgere alcuna funzione di allenatore. Pena l’allungamento della squalifica, a oltranza. Di allenatori che dirigono la squadra dalla tribuna ne abbiamo visti nel corso degli anni. Ma trattandosi in questo caso non di una banale squalifica per proteste, ma di una squalifica di dieci mesi per calcio scommesse la Federcalcio avrà tutto l’interesse a far rispettare la sanzione per non minare la propria credibilità, già messa a repentaglio dalle tristi vicende degli ultimi mesi. La Juventus dunque è a un bivio: domani in panchina ci andrà Carrera, in futuro chissà. Se i risultati dovessero venire meno potrebbe esserci bisogno di qualcosa di più di un semplice prestanome. Mentre all’orizzonte si staglia l’ombra di un nuovo braccio di ferro con la Figc, l’ennesimo: il presidente Agnelli è entrato a piedi uniti in un’indagine che riguardava solo alcuni tesserati bianconeri (per fatti passati), trasformandolo in un processo anti-Juventus; adesso potrà anche scegliere di confermare Conte, ma dovrà farlo nel rispetto delle regole. In caso contrario, dopo l’infinita diatriba su Calciopoli e la presunta terza stella, la frattura sarebbe insanabile. Di sicuro c’è che il prossimo campionato rischia di essere uno dei più incerti di sempre: con la Juve senza Conte (o con un allenatore part time), il Milan che ha svenduto i suoi gioielli e l’Inter che perde 0-2 in casa con l’Haijduk Spalato non ci sono favorite. Tutto può succedere. Si comincia già domani, sul campo. In attesa di nuovi ribaltoni nelle aule di tribunale: ci sono ancora gli altri gradi di giudizio (l’appello dopo ferragosto ma prima dell’inizio del campionato, poi eventualmente il Tnas); e in autunno l’ultimo filone dell’inchiesta. Già, tutto può succedere.