L'azienda assicura che il settore corse resterà strategico. Ma intanto la produzione verrà differenziata per contrastare la concorrenza Mercedes. E di nuovo stabilimento a Borgo Panigale non se ne parla più
Proprietà nuova, aria nuova. A cominciare dal settore corse, dove Ducati, appena acquistata dai tedeschi di Audi (gruppo Volkswagen), ha annunciato la separazione da Valentino Rossi. Una notizia che era nell’aria, e dopo tutto negli ultimi tempi le prestazioni di quello che molti considerano il migliore pilota italiano su due ruote di sempre non sono state esaltanti. Scarno il comunicato della casa di Borgo Panigale. Prima gli auguri per il futuro in Yamaha del dottor Rossi, come lo chiamano i tifosi, poi la parte più importante. Le corse, spiega il comunicato, “fanno parte del Dna Ducati da sempre e, mai come in questo momento, sono parte integrante dello sviluppo del prodotto e del brand di Borgo Panigale, tutto questo in completo accordo con Audi che condivide la linea strategica dell’azienda legata ad un impegno sempre più concreto e importante nelle competizioni”.
Una rassicurazione che si somma alle parole pronunciate lo scorso 12 luglio da Rupert Stadler, amministratore delegato di Audi. “Su questo avete la mia personale garanzia: Ducati rimarrà Ducati“. I sindacati per ora ci credono, ma è certo che i cambiamenti apportati dalla nuova gestione non sono di poco conto. Ed è proprio per fugare ogni dubbio che Stadler ha incontrato un mese fa tutti i dipendenti Ducati di Borgo Panigale, parlando addirittura di “rapporto d’amore”. Sarà. Resta il fatto che oltre all’addio a Valentino Rossi a cambiare è la strategia produttiva, che con i tedeschi punta ad espandersi nel promettente (ma insidioso perché per ora solo potenziale) mercato delle bici elettriche a pedalata assistita. Un campo di battaglia dove già affila già le armi la Mercedes, con il marchio Smart. Ducati a quanto si è appreso nei mesi scorsi produrrà una bici elettrica dal nome provvisorio di e-bike Wörthersee. Tanta tecnologia per convincere i cosiddetti “city-users” ad abbandonare la propria auto e inforcare una due ruote a pedalata assistita e possibilità di interfacciarsi con gli smartphone.
Poi c’è la questione stabilimento, e anche qui la nuova proprietà ha deciso di sparigliare le carte rispetto alle decisioni prese in passato. La precedente gestione aveva infatti firmato accordi per la costruzione di un nuovo stabilimento a pochi passi dall’attuale, sempre a Borgo Panigale. Una firma da 350 milioni di euro che avrebbe premiato il Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni, proprietario della nuova area. Un’operazione su cui tutti puntavano, dalle istituzioni locali alle cooperative. E in effetti la partita era enorme: 290mila metri quadrati da edificare a pochi minuti dal centro di Bologna, quasi come 40 campi da calcio. L’accordo, firmato ai tempi di Cofferati sindaco sotto le Due Torri, era stata annunciato come “necessario per assicurare all’impresa la possibilità di perseguire con maggiore efficacia le proprie finalità produttive ed economiche”. Ora tutto sembra essere cambiato. I tedeschi non hanno ancora pronunciato il loro “no” definitivo, ma i dubbi crescono, e a conferma c’è il recente annuncio di nuovi e straordinari lavori di ristrutturazione della vecchia sede.
Se la mossa di Audi ha già mandato in crisi i piani di Ccc, colosso che ha appena festeggiato i suoi 100 anni di vita con un utile di appena 500mila euro, continua per il momento la luna di miele con i sindacati, Fiom in testa. Dopo aver definito Audi “l’esatto opposto di Fiat”, ora la Fiom cerca l’accordo per un aumento salariale.