Dati alla mano, dal 2007 a oggi il numero di migranti che fanno ingresso in Italia è in costante diminuzione: si è praticamente dimezzato passando da 362mila ai 186mila attuali. Rispetto al 2010 il calo è del 40 per cento, mentre le richieste di permessi di soggiorno è in discesa del 65 per cento (dato Lombardia, dove risiede il 25% di loro). Non solo, molti immigrati che hanno scelto l’Italia per migliorare le loro condizioni economiche ora la lasciano o sono in procinto di farlo. I motivi, oltre alla diffusa percezione negativa che albera nei loro confronti, ostacolando e ritardando il loro pieno inserimento sociale è molto più veniale: la retribuzione e lo sfruttamento legato al lavoro nero e la disoccupazione in aumento. I cittadini non comunitari presenti in Italia sono 3.673.724 e i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2011 sono stati 361.690.
Le buste paga sono in media inferiori a quelle di un italiano, si parla di almeno 316 euro e i contratti offerti, se offerti sono da lavoro a progetto, quindi precario. Il guadagno medio di uno straniero è 973 euro. Secondo alcune stime, almeno il 10 per cento degli stranieri residenti nel Paese sta programmando di fare le valigie entro 12 mesi, mentre l’Istat ha registrato nell’ultimo censimento, una fuoriuscita di emigrati pari a un milione di persone.