“Dice, ma secondo te è normale questa cosa che un sindaco si mette in testa di mettere in piedi un’impresa, trascinando una settantina di famiglie della sua comunità in una cosa rischiosissima e piena di incognite, visto che non era mai stato fatto prima in Italia?”
A Melpignano (LE) quando si mettono in testa di fare un cosa non c’è verso di far cambiare idea a nessuno… Qui gli amministratori locali sono gente normale, mica supereroi, che però usano utensili di fantasia, curiosità, intuito, presi dagli scaffali del presente per governare il futuro, a favore della propria comunità.
Melpignano è uno dei quattro comuni fondatori dell’Associazione Comuni Virtuosi e costola importante di un’altra rete che mette insieme le eccellenze locali, i Borghi Autentici d’Italia. In questo piccolo paese immerso nel Salento, dal 2005 si fa la raccolta porta a porta dei rifiuti e ci si è inventati uno degli eventi musicali più importanti che si ripete ad ogni fine estate, “La Notte della Taranta“.
Qui, in poche parole, sindaco e amministratori, sono da anni impegnati, con successo, ad affiancare alla gestione del quotidiano la pratica di un futuro altro e sostenibile, di cui la “Cooperativa di Comunità” è solo l’ultimo tassello in ordine di tempo.
In pratica, il Comune diventa capofila per la fondazione di una cooperativa di cui i soci principali sono i cittadini, che un bel giorno del 2011 di fronte ad un notaio, mettono nero su bianco la loro disponibilità a diventare imprenditori di se stessi. La cooperativa sfrutta i tetti dei 70 cittadini che si associano, installa impianti fotovoltaici garantendo grazie allo scambio sul posto l’energia gratis per le famiglie coinvolte. Gli investimenti vengono recuperati dalla cooperativa stessa grazie al meccanismo del conto energia, che per una volta non finisce nelle tasche di una qualche multinazionale, ma diventa strumento utile per rendere un po’ più indipendente da un punto di vista energetico un paesino di poco più di 2.000 anime.
Insomma, ci guadagna l’ambiente, le famiglie, il Comune, le imprese locali. In sintesi, ci guadagnano tutti! “Dice, ma perché un sindaco dovrebbe avere la presunzione di cambiare, in meglio, le abitudini e la quotidianità della propria comunità, partendo dai progetti e lasciando perdere i proclami?”.
Perché questo è il modo, credo, per ricostruire sopra le macerie di questo modello, fallito, di sviluppo.
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