Quest’anno la notte delle stelle cadenti arriverà un po’ in ritardo. Il picco della pioggia delle Perseidi, infatti, non ci sarà come da tradizione nella notte di San Lorenzo, cioè tra il 10 e l’11 agosto, bensì il 12 agosto. E, sfortunatamente per gli europei, le ore di pioggia luminosa più intensa coincideranno con il pieno giorno, vanificando di fatto lo sforzo di stare con il naso all’insù a caccia di scie stellari. A dare la brutta notizia sono stati gli esperti dell’Armagh Observatory, in Irlanda del Nord, che hanno diffuso le loro previsioni stellari in un articolo pubblicato su Phys.org.
Stando alle ultime informazioni, quest’anno non solo conviene centellinare i desideri contando sull’avvistamento di poche stelle cadenti, ma anche rimandare la fatidica notte che in genere si passa all’aperto in aree poco illuminate dalla luce artificiale. Per il Vecchio Continente, infatti, le maggiori probabilità di vedere scie luminose nel cielo si avranno durante la notte tra l’11 e il 12 agosto, con una frequenza che va dalle 50 alle 100 meteore all’ora. In condizioni ideali di meteo, la luminosità del cielo e la posizione dell’osservatore appassionato medio dovrebbe permettere l’avvistamento di almeno una dozzina di stelle cadenti.
In realtà, anche se il picco deve ancora arrivare, la pioggia di stelle è già in atto e dovrebbe continuare fino al 24 agosto. “Durante la notte di picco – spiegano gli astronomi – la costellazione di Perseo, che dà il nome alle meteore, dovrebbe giacere bassa a Nord-Est nel cielo. Per vedere il maggior numero di meteore bisogna scegliere un posto scuro e guardare il cielo con un angolo di circa 45 gradi dalla costellazione, facendo attenzione a tenerla sempre ai margini del campo visivo”.
La maggior parte delle meteore è prodotta da comete con orbite ellittiche intorno al Sole che lasciano una scia di polvere durante il passaggio nel Sistema Solare. Nel caso delle Perseidi, la Terra incontra questa polvere che viaggia ad alta velocità, intorno ai 200mila chilometri orari, e questo fa sì che i granuli, grandi pochi millimetri o uno o più centimetri, si “vaporizzino” nell’atmosfera terrestre ad un’altezza di 100 chilometri. E’ questa “vaporizzazione”, o combustione della polvere nell’atmosfera della Terra, a rendere visibile la meteora. Dopo la pioggia di stelle estiva, il prossimo appuntamento sarà nel mese di Natale. E’ infatti dal 3 al 19 dicembre, generalmente con un picco massimo il 13, che il cielo verrà illuminato dallo sciame delle Geminidi. Si tratta dell’ammasso di meteore più attive dell’anno con 100 scie luminose visibili ogni ora durante la massima attività. Ogni sciame di meteore prende il nome dalla costellazione in cui si trova il radiante, ovvero il punto da cui sembrano provenire le meteore: le Geminidi vanno cercate quindi nella costellazione dei Gemelli, con un radiante che si trova poco a Nord della stella Castore. Sempre a dicembre, infine, saranno visibili anche altre stelle cadenti meno luminose e meno attive, formate dai detriti della cometa Tuttle, le Ursidi. Il picco di attività delle Ursidi si avrà nella notte del 22 dicembre, con un radiante nella costellazione dell’Orsa Minore: sono previste 20 meteore visibili ogni ora e per vederle bisognerà guardare a settentrione.
di Valentina Arcovio