Il Pd resta quasi neutrale, l'Udc invece critica il sindaco. Ma nessun politico potrà più occupare palchi senza sborsare un euro come invece era abitudine per il teatro Regio, uno dei monumenti della mondanità alla parmigiana
Niente più privilegi per i politici e per il loro entourage alle tanto attese prime d’opera nel Teatro Regio di Parma. Nella nuova era a Cinque Stelle del tempio lirico cittadino, il sindaco Federico Pizzarotti darà un taglio prima di tutto ai biglietti omaggio per consiglieri comunali e assessori della giunta, che nelle precedenti amministrazioni venivano elargiti in ogni occasione, dalle rassegne come il Festival Verdi alla stagione lirica. Una decisione analoga era avvenuta solo a Berlino, nel febbraio scorso. E fece notizia in tutta Europa.
“I consiglieri e gli assessori pagheranno regolarmente i biglietti, se vorranno assistere alle recite”, ha chiarito Pizzarotti, che manterrà solo il palco destinato al presidente della Fondazione Teatro Regio, che tradizionalmente spetta al sindaco.
Dopo il taglio dei posti auto gratuiti per i consiglieri comunali nei parcheggi sotterranei cittadini e la riduzione degli stipendi, le forbici del Movimento 5 stelle puntano quindi anche al Teatro Regio. Gli scorsi anni l’amministrazione comunale metteva a disposizione dei consiglieri un biglietto gratis per ogni rappresentazione a teatro: uno o due i palchi riservati, più uno fisso per i membri della giunta, in cui i rappresentanti delle forze politiche della città si alternavano, invitando a proprio piacere, a seconda delle presenze o delle assenze di altri colleghi, anche fidanzati, amici o parenti. “I palchi hanno una capienza limitata, un massimo di otto o dieci persone – spiega Matteo Caselli (Pd), ex membro della commissione Cultura nella giunta di Pietro Vignali – I consiglieri si accordavano sulle date e quelli che non venivano cedevano il proprio posto ai colleghi per inviti esterni”.
Tutto questo d’ora in avanti sarà passato remoto: chi vorrà assistere alla prima di un’opera del Festival Verdi, così come al concerto del 21 ottobre del pianista statunitense Herbie Hancock per il Barezzi Live Festival, o ad altri appuntamenti che si terranno al Regio, dovrà fare la fila in biglietteria e pagare, come tutti gli altri cittadini. Anche se, puntualizza l’ex presidente della commissione Cultura Matteo Agoletti (Udc), “per alcuni consiglieri, come i membri della commissione Cultura, partecipare alle attività del Regio è di grande importanza all’interno della propria funzione istituzionale . E il risparmio per il palco è minimo, i tagli veri devono riguardare altri costi della politica, come le consulenze esterne”. Ma a quanto sembra, a parte eventuali inviti specifici da parte del sindaco e presidente della Fondazione Regio, anche per i consiglieri comunali della Cultura la poltrona a teatro non sarà più garantita.
Certo, il risparmio sarà esiguo rispetto al debito di circa 5 milioni di euro che grava sulle casse del teatro cittadino, ma la stagione dell’austerità, cominciata già con la presentazione del Festival Verdi 2012 con cachet e programmazione ridotti, è un altro punto di rottura rispetto al passato di palchi riservati a ospiti dai nomi altisonanti che facevano bella mostra nel foyer del Regio.
L’ultimo tassello per il futuro del teatro arriverà entro i primi giorni di settembre, con la nomina del nuovo sovrintendente o di un’altra figura simile. “Ci sono da prendere importanti decisioni che riguardano le opportunità future del teatro, abbiamo bisogno di una nuova direzione, a cui chiederemo serietà e responsabilità, oltre alla stesura di un piano economico molto rigoroso” puntualizza l’assessore alla Cultura Laura Ferraris. Nella scelta della nuova guida del Regio si terrà conto del bando indetto dal commissario straordinario Mario Ciclosi a cui hanno partecipato 38 aspiranti sovrintendenti, ma il nome definitivo potrebbe arrivare anche da altri canali.
La cosa certa è che dopo agosto sarà anche presentato un piano di rientro dai debiti della Fondazione verso i fornitori. Tra questi c’è anche l’Orchestra del Teatro Regio, esclusa all’ultimo momento dalla programmazione del Festival verdiano e sostituita dalla Filarmonica Toscanini, che non suonava nella buca del Regio dal 1999. Motivi di tipo economico, si era detto nei giorni dopo la presentazione del calendario di ottobre, ma la polemica era montata. L’Orchestra del Regio, una Srl che ha sede negli uffici del teatro ed è affiliata all’Unione degli industriali, aveva minacciato ricorsi legali, forte di una convenzione rinnovata con il teatro a gennaio 2012 e del fatto che nella prima presentazione del Festival Verdi (quella di aprile alla presenza del commissario Ciclosi e dell’ex sovrintendente Mauro Meli), il suo nome comparisse nel cartellone. “Non vogliamo esasperare ancora di più questa situazione – ha aggiunto l’assessore Ferraris – abbiamo fatto le nostre scelte e sarà fatto quello che è necessario. Valuteremo a suo tempo eventuali azioni legali, ma in questo momento il Regio non ha bisogno di scandali”.
Mentre da Roma è arrivato il via libera alla legge per la celebrazione del Bicentenario verdiano del 2013, che potrebbe portare finanziamenti anche nella patria del Maestro Verdi e quindi al Regio, a Parma Pizzarotti e la sua squadra sono al lavoro per risollevare le sorti del teatro cittadino. Bilancio in rosso, revisione dello Statuto, fuga dei soci fondatori dal Cda della Fondazione, che dal prossimo anno vedrà venire meno Camera di Commercio e Fondazione Cariparma, sono le questioni principali da affrontare. E la sfida prosegue anche sulla programmazione del Festival Verdi 2012, che come ha spiegato l’assessore “si sta arricchendo di contributi nazionali e internazionali”, anche se al momento non trapelano nomi. Il calendario certo della rassegna, così come tutte le altre questioni più calde, per ora sono rimandate a settembre.