In Siria continuano violenze e combattimenti tra esercito regolare e ribelli. La cronaca di oggi registra violenti scontri nel cuore di Damasco, nei pressi della Banca centrale siriana e in altre zone del centro. Le notizie arrivano da numerosi residenti e i comitati di coordinamento locale anti-regime via Twitter. Furiosi combattimenti tra forze lealiste e insorti sono scoppiati a metà giornata nel cuore stesso della capitale. Secondo alcuni cittadini il confronto tra i soldati di Bashar el Assad e gli uomini del Free Syria Army per strada sono stati preceduti da una violentissima esplosione.

Negli ultimi giorni le ostilità nella capitale si erano concentrate essenzialmente alla periferia. A confermare gli scontri che si sono registrati stamani ci sono le notizie diffuse dalla tv satellitare al-Jazeera, secondo cui teatro dei combattimenti sono state le zone delle vie Hamra ed el-Shaalan. L’esplosione esplosione, seguita da raffiche di colpi d’arma da fuoco, viene riferita anche dall’agenzia di stampa Xinhua, che cita testimoni. La deflagrazione sarebbe avvenuta in una zona vicina al centro della città, ad appena un centinaio di metri dal Four Seasons Hotel, che spesso ospita delegazioni straniere in visita a Damasco. 

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana a esplodere è stata una bomba collocata da “terroristi” nella zona di al-Marjeh, nel centro di Damasco: “Bomba nei pressi del Parlamento” scrivono su Twitter. Al momento non si hanno notizie di vittime. Stando all’agenzia, inoltre, le forze governative starebbero dando la caccia ai responsabili dell’attacco, che avrebbero esploso colpi d’arma da fuoco per coprire la loro fuga. Su Twitter un combattente del Fsa riferisce di una’avanzata per attaccare il Parlamento. Altri testimoni parlano di gente in fuga spaventata verso i rifugi. Sempre su Twitter Aysee scrive che “la Tv siriana nega le notizie” sugli scontri e le violenze. In altri tweet si legge che i “terroristi che hanno messo la bomba sono stati catturati”.

Intanto il segretario di stato Usa, Hillary Clinton, ha detto a Istanbul che Usa e Turchia collaboreranno a piani di emergenza nell’ipotesi si verifichi in Siria “lo scenario peggiore”, per “l’orribile eventualità che vengano usate armi chimiche”. I piani, ha aggiunto, dovranno indicare “che cosa questo significherebbe in termini di risposta, di assistenza umanitaria e medica, e che cosa deve essere fatto per evitare che queste armi siano usate o cadano nelle mani sbagliate”.

 

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