In Russia una donna uccide il marito e lo fa a pezzi. Il motivo? Puzzava troppo. Rifiutava di lavarsi da mesi, così la moglie lo ha colpito con un ferro da stiro, strangolato con un cavo elettrico, tagliato a pezzi col coltello da pane, spargendone i resti nel bosco.
Forse sarebbe bastato regalargli un profumo per l’anniversario.
“Mi piace, è proprio il mio tipo… se non fosse per quel suo pessimo odore!”. Non importa se la persona in questione è poco incline alle pratiche di igiene personale, se non verrà mai scelta come testimonial di un brand di sapone, o se magari è tutta questione di Ph. Il naso talvolta non conosce ragioni e mette fine a storie destinate potenzialmente a durare per sempre.
C’è chi usa l’olfatto per professione. Quella del profumiere è una figura a metà strada tra un chimico e un mago. Un alchimista dal camice bianco che maneggia ampolline, immerso tra fumi e profumi.
Dall’esecuzione sommaria della consorte russa all’esecuzione artistica il passo è breve. Angelo Orazio Pregoni non si limita a creare essenze, fa qualcosa di più. E coinvolge il pubblico in quelle che definisce “esecuzioni d’arte”.
Per veicolare fragranze artigianali abbandona il laboratorio, si spoglia del camice e ha dato appuntamento a Milano a cinquanta ospiti, per condurli in un percorso che ha per protagonista l’olfatto. Attraverso l’uso di tutti i sensi. Infrange il tabù del nudo totale, fa leva sul comune senso del pudore.
Non chiede semplicemente di “annusare”, propone una percezione olfattiva privata. Come in una danza tribale i corpi nudi di due uomini e due donne fanno un giro completo attorno a ogni spettatore. E gli offrono non solo la nudità, ma il mescolio delle fragranze con cui Pregoni ha profumato i loro corpi. Una giostra di profumi in cui, tra totem e tabù, è il naso l’epicentro.
Olfatto batte vista uno a zero. Ma in materia di conquista, conta di più un bell’aspetto o un gradevole profumo?
Insomma, amore a prima vista… oppure a primo olfatto?