Stop chiesto dai sindacati Fim-Cisl e Uilm-Uil. La Fiom non aderisce: "Il punto da cui partire è come si risana l’attività produttiva. Importante in questa fase che si renda esplicita la volontà di fare gli investimenti necessari per non creare problemi alla salute dei lavoratori e a quella della città"
Sale la tensione intorno al destino dell’Ilva e alcuni gruppi di operai hanno bloccato la statale 7 Appia che collega Taranto con Brindisi. Dopo le dichiarazioni dei ministri contrari allo stop dell’acciaieria, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno scioperato dalle 10 alle 12, ma la Fiom non ha aderito. Lo stop era limitato ai reparti delle officine elettriche (Ofe, ex Pla1) e meccaniche (Mua). Contrario allo sciopero invece è il leader della Fiom, Maurizio Landini, che non condivide la decisione degli altri sindacati. “Troviamo sbagliato in queste ore, e in questi momenti così difficili – ha detto- che si proclamino degli scioperi contro la magistratura”.
Così “il punto da cui partire è come si risana l’attività produttiva dell’Ilva. E’ quindi importante in questa fase che si renda esplicita la volontà di Ilva di fare gli investimenti necessari per permettere una produzione che non crei problemi nè alla salute dei lavoratori nè alla salute della città”. Per il leader della Fiom “è il momento del massimo di responsabilità da parte di tutti affinchè queste soluzioni garantiscano un futuro occupazionale. Del resto – ha aggiunto – il Riesame, le cui motivazioni conosceremo meglio nelle prossime ore, ha in ogni caso confermato il sequestro preventivo delle aree a caldo di Ilva, questo significa che per uscire dal sequestro è necessario fare gli investimenti e gli interventi tecnici necessari”.
”Naturalmente per far tutto ciò”, continua il segretario, “è necessario che Ilva possa produrre, ma il punto in questa fase è l’immediato intervento tecnologico e l’investimento per risanare la situazione”. Landini sottolinea che il fatto “che il governo si interessi direttamente di permettere a un settore importante come quello siderurgico di avere una prospettiva è sicuramente un fatto importante, ma ciò non nasconde i ritardi che sul terreno delle politiche industriali si sono accumulati in questi anni”. Noi, ribadisce il leader Fiom, “non abbiamo ritenuto utile scioperare contro la magistratura non solo perchè è sbagliato ma perchè le leggi, la loro applicazione, la difesa di un lavoro con diritti e quindi con una sua dignità, sono l’obiettivo su cui tutte le forze dovrebbero convergere e lavorare”. E’ “il momento di un salto culturale, e di superare vecchie contrapposizioni, spesso alimentate anche dall’azienda, che come si vede non hanno assolutamente permesso di risolvere i gravi problemi ambientali che esistono”.
Fim e Uilm di Taranto, i sindacati che hanno deciso di scioperare, giudicano “positivamente la notizia che il governo, per bocca del sottosegretario Catricalà, ha deciso di ricorrere alla Consulta contro il nuovo provvedimento del gip di Taranto”. Nella nota le organizzazioni sindacali evidenziano che lo sciopero è stato organizzato in seguito “all’evolversi” delle vicende riguardanti lo stabilimento, “con il blocco da parte della magistratura degli impianti, con ricadute drammatiche in termini occupazionali in tutti i siti produttivi del Gruppo Ilva”.