La candidatura di Gianfranco Miccichè alla presidenza della Sicilia nei giorni scorsi ha incassato il placet di Berlusconi, ma la benedizione dell’ex premier non è bastata a convincere i giovani del Pdl, che oggi accusano l’ex sottosegretario “di avere una visione sovietica della politica e dei partiti, forse dovuta ai suoi trascorsi giovanili nell’estrema sinistra” e di avere voluto “scavalcare la classe dirigente locale del partito”.
A guidare la protesta è Mauro La Mantia, presidente regionale della Giovane Italia, già noto per avere chiesto l’espulsione dal partito di Marcello Dell’Utri nel giugno 2010, subito dopo la condanna in appello del senatore pidiellino, accusato di concorso in associazione mafiosa. Secondo La Mantia “le difficoltà del centrodestra siciliano nel trovare un candidato comune alla Presidenza della Regione sono dovute soprattutto all’atteggiamento del leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, il quale ha fin dall’inizio boicottato la celebrazione di primarie di coalizione proposte dal Pdl. Sarebbe stato un grande momento di partecipazione popolare aperto a tutti i partiti di centrodestra e alla società civile. Miccichè ha fatto saltare le primarie perché consapevole di perderle”.
Militanti e dirigenti dell’organizzazione giovanile del Pdl contestano il radicamento territoriale dell’ex coordinatore regionale di Forza Italia. Perché “i tempi del 61 a 0 sono lontani e oggi Miccichè è solo il leader di un partito regionale del 6%”. “Ha tentato la furbata di chiedere la candidatura a Berlusconi contraddicendo la sua nuova identità autonomista e cercando di ottenere la candidatura con l’arroganza e il ricatto politico. Tutto questo – avverte La Mantia – per noi è inaccettabile e rende impossibile il sostegno a Miccichè”.
I giovani pidiellini tornano a chiedere a gran voce la convocazione di una consultazione con la base per la scelta del candidato governatore. Perché anche se i tempi sono ristretti – si vota il 28 ottobre e le liste vanno presentate entro il 15 settembre – le primarie di coalizione di centrodestra “sarebbero il modo migliore per ritrovare l’unità. Ritengo che dentro e fuori il Pdl – conclude La Mantia – ci siano candidati di spessore come Cascio, Musumeci e Lagalla i quali possono vincere e governare bene la Sicilia dopo i disastri provocati da Raffaele Lombardo”.
“I tempi per fare le primarie ci sono tutti”, spiega al Fattoquotidiano.it il presidente nazionale della Giovane Italia, Marco Perissa, fedelissimo di Giorgia Meloni. “Il partito deve prestare molta attenzione alle scelte che fa in Sicilia, perché il risultato locale è spesso stato precursore degli scenari nazionali e poi perché proprio dal territorio devono partire segnali di rinnovamento. Dopo gli scandali che hanno caratterizzato la precedente giunta, qui più che altrove c’è bisogno di meccanismi partecipativi per dare voce al nostro elettorato”.