Il rapporto finale della commissione indipendente sulle stragi di Utoya è un duro atto d’accusa contro l’operato delle forze dell’ordine. Il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik dopo aver fatto esplodere una bomba nei pressi della sede del governo norvegese provocando 8 morti, raggiunge l’isola di Utoya dove apre il fuoco contro un gruppo di giovani che partecipavano a un campo estivo del partito laburista, provocando altre 69 vittime. Secondo la commissione, “l’attacco contro il quartiere ministeriale del 22 luglio avrebbe potuto essere evitato grazie all’applicazione efficace delle misure di sicurezza esistenti”. Tra i due episodi trascorrono due ore, durante le quali la polizia non riesce a trovare nessuna traccia dell’attentatore nonostante il suo nome sia già noto ai servizi segreti. La stessa sparatoria dura oltre un’ora senza che gli agenti riescano a raggiungere l’sola distante solo 600 metri dalla costa
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