“Sono cresciuta in una famiglia di attivisti politici, so bene cosa vuol dire soffrire per una causa”. Rachel Perkins, regista aborigena, racconta con passione la scelta di girare un film su Eddie Mabo, il mitico aborigeno che riuscì a cambiare la legge imposta dagli inglesi che definiva l’Australia “terra nullius”, cioè terra di nessuno, senza proprietari, scippandone così la proprietà agli aborigeni.

Mabo, il film per la televisione che la 53enne Perkins ha appena finito di montare, è stato presentato al Sydney Festival ai primi di giugno. Narra – come dice il titolo – la storia di Mabo, un aborigeno delle Isole dello stretto di Torres, nel nord tropicale, che dedica la vita ad una causa, ridare la terra alla propria gente.

Bonita, moglie e compagna di lotta di Eddie Mabo

Eddie Koiki Mabo nasce nel 1936 sull’Isola di Murray, la più lontana nello stretto che separa l’Australia da Papua. Ragazzino, conosce e si innamora di Bonita, che diventerà la sua compagna di vita e di lotta. Ma è l’Università James Cook di Townsville che cambierà la sua vita. Non vi è andato per studiare ma per lavorare come giardiniere. Eddie però è curioso, socievole, chiacchiera con studenti e professori. E scopre – con orrore – che la terra che gli è stata tramandata attraverso 16 generazioni non è sua, ma della Corona inglese. E’ uno choc, ma anche la sferzata necessaria a iniziare una lotta che durerà tutta la vita.

“Stavamo pranzando nella stanza di un collega – ha scritto il professor Noel Loos – e Koiki raccontava della sua isola. Henry ed io ci rendemmo conto che parlava di quella terra come se fosse sua, ricordo che ci scambiammo un’occhiata e decidemmo che dovevamo dirgli la verità, spiegargli che quella terra non gli apparteneva, che era della Corona inglese. La sua espressione fu di meraviglia. Poi ci rispose: “Niente affatto, è nostra, non loro”.

Mabo morirà di cancro nel 1992, a soli 55 anni, pochi mesi prima della storica sentenza che cambierà il futuro di tutti gli aborigeni d’Australia, ridando loro la proprietà, o meglio la possibilità – sia pure con mille cavilli burocratici – della proprietà. Il suo epico sforzo avrà cambiato l’Australia per sempre.

Il bus "Freedom ride" che negli anni '60 girò l'Australia per attirare l'attenzione sulle discriminazioni razziali

“La sua storia ricorda quella di Davide e Golia, spiega Rachel Perkins. “Per 20 anni Mabo ha lottato, senza mai darsi per vinto – per un’isola microscopica, grande forse due chilometri per tre. Una lotta che ha cambiato il resto del continente australiano. Per questo la sua è una vittoria gigantesca”. Padre di dieci figli, con pochi soldi, in un ambiente spesso ostile, non ha mai smesso di credere nella giustizia europea, confidando nel fatto che la verità avrebbe prevalso. “Ho scelto di parlare di Mabo perché molti australiani non conoscono a fondo la sua storia. Oggi l’Australia è un paese diverso da quello nel quale è cresciuto Mabo. Spero, con questo film che lo ricorda nel ventennale dalla sua morte, di arricchire il quadro multiculturale del paese”, dice la Perkins.

Rachel è figlia di Charlie Perkins, altro straordinario attivista aborigeno e coetaneo di Mabo. Perkins è ricordato tra l’altro come uno dei promotori del Freedom ride, l’autobus che a metà anni Sessanta girò l’Australia per attirare l’attenzione sulla differenza di condizioni di vita tra popolazione bianca e indigena. Agli aborigeni allora non era permesso votare, non potevano entrare nei pub e spesso si dava per scontato che lavorassero solo in cambio di cibo o di un letto. “Come figlia di Charlie Perkins ho sempre provato affetto per Mabo e ho seguito fin da bambina la sua lotta. Ho sempre sentito che lui, come mio pare, avevano importanti missioni da compiere”, dice la regista. “Vorrei che questo film servisse ai ragazzi per capire la storia dell’Australia, e spero che Mabo diventi un’icona della cultura indigena australiana”.

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