È estate, la stagione delle conversioni mistiche…
Un lettore mi scrive che la ragazza che lui ama è fuggita con un guru illuminato. Firmandosi Antiguru (non a caso) mi chiede di aprire la discussione sulle crisi mistiche. Lo accontento con profondo senso di solidarietà e spero che altri vogliano offrire il loro contributo su questa strage spirituale che ci colpisce ogni anno con la bella stagione.
Possiamo dire che esistono ben 4 vie spirituali autodistruttive. Ci sono i Guru Terra-Terra, che vendono i superpoteri. Queste forme di misticismo elementare, sul medio periodo, tendono ad affievolire il loro potere di manipolazione, anche perché se hai pagato decine di migliaia di euro per levitare svolazzando in cucina o per illuminarti e camminare sull’acqua e non ottieni niente di niente, dopo un po’ t’incazzi anche se sei psicologicamente soggiogato.
Sottospecie di questo gruppo sono i “mistici” che propongono successi economici e professionali in cambio della recitazione di formulette, esecuzione di riti purificatori, incantesimi, apertura di chakra e simili. Anche questi sistemi sul medio periodo mostrano la corda perché non funzionano. Ma è interessante notare che sul breve periodo questi metodi portano le persone a focalizzare meglio la propria volontà e azione su obiettivi concreti e quindi offrono realmente un miglioramento delle capacità lavorative e relazionali. E quindi le persone vivono un po’ meglio e si convincono che il rito funziona veramente. Miracoli della fiducia in se stessi e della determinazione/autostima, che l’adepto scambia per potere del rito o del Guru (del Maestro, del Profeta, dell’Illuminato, del Saggio…).
Un gradino al di sopra, nella scala evolutiva degli organismi asessuati, ci stanno i guru (e le religioni) che offrono la fine della sofferenza in cambio del rispetto di un preciso protocollo di intesa (ed eventuale acquisto di corsi e manuali didattici/fedeltà al leader). Secondo questi Maestri la fine del dolore si raggiunge quando si sperimenta un livello superiore di conoscenza (illuminazione, satori, nirvana, estasi mistica ecc).
Esempio: il dolore deriva dall’ansia di possesso, se apri la tua anima elimini automaticamente l’attaccamento ai beni materiali e, siccome il dolore deriva dall’attaccamento, eliminando l’attaccamento eliminerai anche il dolore.
Balle! Dopo una trentina d’anni generalmente le persone se ne accorgono. Altri nel frattempo hanno fatto carriera nella setta, sono diventati porporati, autorità spirituali di quinto livello, cinture bordeaux… Si sono accorti che sono tutte scemenze ma hanno anche scoperto che restare nella congregazione offre indiscutibili vantaggi (anche se per conservarli devi magari vestirti da cretino e officiare riti noiosissimi).
In cima alla scala evolutiva, al livello delle tigri dai denti a sciabola, ci sono le scuole mistiche o para psicoterapeutiche, che dicono: per vivere appieno è sufficiente che tu ascolti. Ma siccome sei sordo hai bisogno di un Maestro che ti indichi la via (ti faccia da specchio, ti capisca, conosca la struttura della tua psiche come le sue tasche e sia intelligente in maniera pazzesca).
Quindi il Maestro (Sua Santità o il Professore) ti insegna fantasmagoriche tecniche/percorsi per aprire le tue percezioni.
A volte si tratta pure di “pratiche” divertenti o creative. Ma non sono cose che fai tu, arrivandoci con la tua testa, ed Egli (o Ella) che ti guida e solo grazie alla profondità dell’anima del Maestro Rivelato puoi sentire l’inudibile ai comuni mortali.
Balle pure queste: se non ragioni con la tua testa e sperimenti e arrivi a scoprire la tua personale forma di verità, concludi niente. Se utilizzi una verità di seconda mano non sperimenti una vera crescita. È come arrivare in cima alla montagna in elicottero: vedi il panorama ma non ha lo stesso sapore!
Per fortuna esiste anche un altro modo di vedere la questione senza aver niente a che fare con guru, e simili. L’esponente di spicco di questa scuola di pensiero laico (che non ha creato nessun tipo di struttura, scuola, setta o altro) è Krishnamurti, che nasce nel 1895 con uno strano destino: viene riconosciuto come il nuovo Messia da una setta originale: la Società Teosofica, alla quale aderiscono decine di migliaia di fedeli tra i quali molti danarosi intellettuali e principi occidentali e indiani. Krishnamurti viene così educato da insigni sapienti di entrambe le culture e preparato al suo compito messianico. Giunto alla maggiore età raduna i suoi fedeli e li ringrazia per l’eccellente educazione che gli hanno offerto su scienza e misticismo e dichiara di non essere il Messia. Quindi se ne va abbandonando enormi ricchezze di proprietà della setta e quindi nelle sue disponibilità in quanto Messia e capo assoluto.
Per tutta la sua lunga vita (morirà nel 1986 a 91 anni) predicherà un unico elementare concetto: puoi sperimentare uno stato superiore di coscienza ogni volta che ascolti le sensazioni che la vita ti dà. Qualunque cosa tu faccia, quando riesci a essere presente a te stesso cresci come persona. Allarghi la tua coscienza. Se ti piace meditare medita, se preferisci lavare i piatti lava i piatti, non esiste nessuna tecnica: qualunque cosa tu faccia puoi essere o non essere presente alle sensazioni.
E siccome non c’è nient’altro da insegnare e tutto l’insegnamento si può trasmettere in modo chiaro e istantaneo, Krishnamurti non crea né una setta né qualche tipo di iniziazione, né un qualsiasi tipo di gerarchia o istituzionalizzazione del suo insegnamento. Non ha edificato neppure un filo di paglia sulle proprie parole.
E visto che appena qualcuno dice una stronzata che suona bene subito accorrono adepti che si mettono a costruire chiese, riuscire a evitare qualunque fenomeno di chiesizzazione è segno di una lucidità determinazione e coerenza mostruose!!!
Siamo chiari: fare il Guru è veramente facile, ci riescono anche imbecilli totali, proprio grazie alla diffusione di tipi psicologici che sono alla famelica ricerca di qualcuno che gli venda qualche forma di anestetico mentale, portafortuna salvifico, miracolo (che riempia una vita vuota in modo abissale), grado o promozione o ruolo sociale; adesione a comunità (la solitudine esistenziale può essere causa di un dolore insopportabile)… Eccetera, eccetera, eccetera…
A causa di ciò quando un amico è preso dal morbo della setta non esiste modo di discutere perché LUI si è VOLUTO convincere che finalmente ha trovato la soluzione al suo dolore di vivere (invece ha solo trovato un venditore di pessima eroina mistica tagliata con la perdita della capacità di giudizio).
È felice perché ha trovato la formuletta che spiega tutto, ha messo l’Universo dentro una serie di tranquillizzanti scatoline mentali, fuggendo dalla stupefacente incomprensibilità del Creato.
Quanto detto non vuol dire che non vi siano cose interessanti da imparare nello yoga, nella meditazione e nel Tai Chi, come ce n’è nella pittura, nella danza, nella cucina e nel giardinaggio. Ma bisogna stare attenti a separare le effettive capacità di queste “pratiche” di avere positivi effetti fisiologici e psicologici, dall’idea che questi benefici siano invece prodigi soprannaturali (e questo spiega perché ad Alcatraz insegniamo solo Yoga Demenziale comicoterapeutico, parole ridicole che allontanano qualunque idea di una “conoscenza superiore salvifica”).
Quindi se ti piace lo yoga fallo ma non prenderlo sul serio. È un consiglio gratuito.
Ps: L’invito a uccidere i Guru non va inteso in senso letterale. È solo una forma letteraria. Sono pacifista.
Ps#1: Il titolo di questo articolo è rubato dal libro di Sheldon B. Kopp: Se incontri Buddha per la strada uccidilo