Volano gli stracci tra i Malacalza e Marco Tronchetti Provera e il “salotto buono” torna a dare spettacolo. Il caso del “papello” con le richieste dei Ligresti a Mediobanca siglato dall’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel e finito in Procura a Milano dopo le rivelazioni e le registrazioni rubate di Jonella Ligresti non si è ancora chiuso, che la finanza italiana fa di nuovo parlare di sè. Niente di illegale, questa volta, anche se il tema di fondo è sempre quello: i debiti e gli accordi tra “gentiluomini”. Simili anche le opache modalità di comunicazione, con gli scambi epistolari (incompleti) che vengono a galla per vie traverse.
Oggetto del contendere, in questo caso, la gestione del debito di Camfin, azionista di riferimento di Pirelli e del gruppo immobiliare Prelios, di cui l’imprenditore genovese è diventato socio di peso nel 2009 subentrando a Carlo Puri Negri. Gli accordi con le banche – in particolare Unicredit, primo azionista della onnipresente Mediobanca di cui Tronchetti Provera è vicepresidente – che nel 2009 avevano finanziato il gruppo con 420 milioni di euro, prevedono il rimborso di 170 milioni entro fine 2012.
Dallo scambio epistolare riservato tra i due soci e in parte pubblicato oggi dal sito Indymedia emerge un duro braccio di ferro sulle modalità di rimborso, con l’ex presidente di Telecom Italia che spinge per l’emissione di nuovo debito e, in particolare, di un bond convertibile in titoli Pirelli. Non così l’industriale genovese che un anno fa avrebbe dovuto salvare il San Raffaele di don Verzé a braccetto con il Vaticano. Malacalza, infatti, richiama il socio alla “necessità di un’immediata e reale riduzione dell’indebitamento di Camfin su livelli maggiormente sostenibili, coerente con lo spirito industriale a base della nostra partnership e rispettosa delle modalità di rimborso del debito espressamente previste dal contratto di finanziamento”.
Insomma, a tre anni dalle nozze l’idillio è finito. E, veleni a parte, in pratica i Malacalza, chiedono un aumento di capitale di Camfin, rispetto al quale sono “pronti” a fare la loro parte. Strada che implicherebbe una disponibilità finanziaria da parte di Tronchetti Provera, pena la riduzione della sua quota azionaria.