La conseguenza sarà la collocazione degli indirizzi corsari al grado più basso della ricerca. Che sul web equivale quasi ad una condanna a morte. Nel mirino finiscono indirizzi come Extratorrent, Torrenthound, Filestube, Filetram, Zippyshare, Bitsnoop, Isohunt (tutti contrassegnati dal dominio .com) ma anche Kat.ph e Torretz.eu. La mossa anti-pirateria arriva in un momento di difficoltà per l’immagine di Google. Il gigante di Mountain View ha accettato di pagare la multa da 22,5 milioni di dollari comminatale dalla statunitense Federal Trade Commission per aver “spiato” a fini commerciali gli utenti del browser Apple Safari. Non sembra invece troppo turbato il 38enne Kim Schmitz, anche noto come Kim Dotcom, padre di Megaupload e Megavideo, colossi del filesharing e dello streaming, costretti alla chiusura dalle autorità americane lo scorso gennaio.
Catturato nel corso di uno spettacolare raid dell’Fbi in nuova Zelanda, dove si era rifugiato (arresto che è stato mostrato di recente al processo che lo vede imputato) l’imprenditore e hacker tedesco era stato condannato per violazione del diritto d’autore, frode e racket. Ieri però si è fatto vivo su Twitter, da dove ha annunciato: “So quello che tutti state aspettando. Arriva quest’anno , promesso. Più grande, migliore, più veloce. Sicuro al 100% e impossibile da fermare”. La nuova piattaforma di Dotcom si chiama Megabox. “Un sito che permetterà agli artisti di vendere le loro creazioni direttamente ai consumatori tenendo il 90% degli utili”. E a Google adesso chi lo spiega?
Il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2012