L’estate torrida fa brutti scherzi: perdere la memoria. Il quotidiano della famiglia Berlusconi ha dimenticato che da dieci anni i vari capi del servizio pubblico, cercano l’alternativa di destra ai Floris, Santoro, Fazio, Dandini. I tentativi sono stati diversi, tutti clamorosi flop. Il primo fu Antonio Socci con Excalibur, chiusa per mancanza di telespettatori. Sempre su Rai 2 fu la volta di Anna La Rosa, in coppia con l’ex direttore della Padania, Gigi Moncalvo, il programma, con gli spot che ne annunciavano la partenza, non fu mai messo in onda, sostituito da Punto e a capo condotto da un’altra coppia male assortita, Daniela Vergara e Giovanni Masotti: una sola stagione, come Socci bocciati dagli ascolti.
L’ultimo tentativo è stato quello di Sgarbi su Rai 1, chiuso dopo una sola puntata, su cui è meglio stendere un velo pietoso. I Belpietro, i Feltri, che avrebbero un certo seguito, sono toppo furbi per scontrarsi con Santoro, così Rai 2, al giovedì sera, farà scendere in pista il principe Emanuele Filiberto con un docu-reality, servendo su di un piatto d’argento la vittoria della serata a Sevizio Pubblico, che farà il nuovo record d’ascolto de La7 dopo quello di Fazio-Saviano.
Perché neanche il Giornale parla di Giuliano Ferrara? Chi mette in discussione Qui Radio Londra muore, lo sa bene la Lorenza Lei, che aveva tentato di spostarlo nel palinsesto di Rai 1. Ferrara tornerà regolarmente in onda sempre dopo il Tg1 delle 20 per la felicità degli ascolti di Striscia la notizia, nonostante sia riuscito a far peggio degli altri cloni del Fatto di Enzo Biagi: Battista, Giannino, Berti e Mimun. Chiudiamo con il gioiello dell’estate. Antonio Verro (l’uomo di Berlusconi confermato nel cda Rai), dopo aver letto l’articolo su il Giornale ha dichiarato: “Il pluralismo si costituisce aggiungendo programmi e non cancellandoli”. Evidentemente Verro, quando hanno spento Santoro, Travaglio, Vauro, Dandini, Bertolino, Vergassola, Saviano e tentato la stessa sorte con Fazio, Floris e Gabanelli, era totalmente impegnato a meditare sul suo più grande desiderio: “Il rinnovamento delle formule e dei linguaggi del talk show”, che non se ne è accorto.
Il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2012