Avviso di servizio: non sono un economista. Condivido con mia moglie l’amministrazione del bilancio familiare e poco più.
Avvertenza: non sono un seguace della Crescita Infinita, non sono cioè tra quelli che mettono in discussione tutto e tutti ma non il Dio Mercato, non le Grandi Opere, non il PIL e il progresso.
Comunicazione di servizio: non mi piace l’inquinamento, non credo che si possa sottostare al ricatto del lavoro in cambio della salute, faccio quindi del mio meglio, giorno dopo giorno, per ridurre al minimo la mia impronta ecologica, la mia e quella dei miei cari.
P.S.: Credo che la politica debba occuparsi molto di futuro, nel presente. Per questo, non sopporto gran parte dei protagonisti nazionali della politica romana, che da decenni ci vomitano addosso le loro insindacabili ricette per la Vita Perfetta, il Paese moderno, la Ricchezza a portata di mano.
Nota di redazione: Quando qualcuno mi parla di sostenibilità ambientale (chi non lo fa al giorno d’oggi) prima di ascoltarlo osservo. Come è vestito, cosa mangia, come si muove nella città, cerco di capire cosa e dove fa la spesa, quanta energia consuma in casa. Che rapporti ha con il prossimo, cose così, insomma. In poche parole, VOGLIO sapere se crede, e quindi pratica, ciò che dice. O se è solo uno dei tanti sputapalle di cui abbiamo piene le tasche…
Ciò detto, la crisi non esiste. Ho le prove. O meglio, questo modello di sviluppo ha fallito, miseramente. Siamo nel mezzo del più drammatico e pericoloso crepuscolo di impero, a un passo da un cambiamento che sarà, comunque la si pensi, radicale. I malvagi e gli speculatori e i politici corrotti e gli impresari senza scrupoli, in compagnia di mafie di mezzo mondo stanno in tutti i modi tentando di protrarre questo tempo sbandato, ma sta per finire la festa.
Il pianeta non reggerà, e non accetterà di conseguenza, questo stato di cose ancora a lungo. Ne sono certo.
Ed è proprio in un momento come questo, in un Paese come il nostro, dove tutto sembra andare a rotoli, nel bel mezzo della più grossa perdita di credibilità della classe dirigente peggiore d’Europa che è possibile (perché qualcuno già lo sta facendo), fermarsi. E ripartire. Altrove. Con altri mezzi.
Prendere la porta della crisi, e uscire. Semplicemente…
Perché se ci pensiamo bene, in fondo, è in crisi chi vive e ragiona con gli strumenti e i tempi e gli occhi della crisi. Con chi si tira il collo per star fuori casa tutto il giorno, facendo un lavoro che non ama, per avere soldi sufficienti a far crescere il proprio figlio ad uno sconosciuto, a far curare il proprio genitore a una badante venuta dall’altra parte del mondo.
Perché è in crisi chi compra cose, a caro prezzo, che il più delle volte non usa, o getta a tempo di record.
Perché è in crisi chi ha smesso, da tempo, di farsi gran parte delle cose di cui ha bisogno (beni, servizi) che oggi compra, a caro prezzo, da sconosciuti.
Ma per fortuna esistono altre strade, altre storie. Frutto di anni di sperimentazioni, e azioni, in cui a tirare le fila del discorso, a far la storia di queste storie, non sono soldi o potere, ma fantasia ed emozioni.
Scelte e stili di vita di sognatori, per sognatori, ma con i piedi belli ancorati a terra. Piedi come radici, mani che sono ali e che attraversano i passi che ogni giorno facciamo, la cui direzione sta a noi indicare.
Questa è la prima puntata di un ipotetico manuale delle cose possibili. Delle scelte a portata di “provo, e vedo che succede”. Frutto dei tanti provo di chi ci ha preceduto, indicato un percorso possibile, per uscire da una crisi che non può appartenere a chi ama la vita, i propri simili e questa Terra su cui poggiamo ogni istante, occhi e cuore. Tempo e futuro. Amore.
Continua…