Il questore di Taranto, Enzo Mangini, ha disposto il divieto di svolgimento di manifestazioni “sotto la prefettura e nelle relative adiacenze” in occasione del vertice istituzionale programmato per domani sulla vertenza Ilva, a cui parteciperanno i ministri Clini e Passera. L’incontro si terrà in Prefettura dalle 11.30. Per l’intera giornata sarà vietato il transito e la sosta dei veicoli nei pressi del Palazzo del Governo e nelle aree circostanti. Non saranno consentiti neanche cortei.
“La nuova autorizzazione integrata ambientale – ha fatto sapere oggi Clini – la cui procedura di revisione sarà chiusa il prossimo 30 settembre, assume come riferimento l’impiego delle migliori tecnologie indicate dalla Commissione Ue e le prescrizioni del Gip di Taranto per la sicurezza degli impianti”.
Le manifestazioni pubbliche già preannunciate sono due. Quella che si preannunciava più massiccia è stata promossa dal “Comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti” e vi hanno aderito molte delle associazioni che da anni si battono a Taranto contro l’inquinamento dell’Ilva (tra le prime Peacelink e “Donne per Taranto”). Passera e Clini incontreranno i rappresentanti della Regione, delle amministrazioni locali di Taranto e dell’Autorità portuale. A seguire, nella tarda mattinata, l’Ilva e nel primo pomeriggio Confindustria e sindacati confederali.
Il Comitato preannuncia dalle 8.30 un corteo dietro l’Apecar, che è già divenuto il simbolo della battaglia per “il risveglio di Taranto”, fino alla prefettura o alla adiacente piazza Vittoria: una “grande manifestazione pacifica”, anche con i bambini, per “dire grazie al gip Todisco” – annunciano i promotori – e per protestare contro il fatto che “per la prima volta ministri della Repubblica italiana saranno a Taranto non per tutelare i diritti dei cittadini e dei lavoratori ma per salvaguardare gli interessi dell’Ilva, continuando a fare pressioni antidemocratiche nei confronti della magistratura”. Un’altra manifestazione era stata preannunciata da Legambiente: un presidio sotto la prefettura “per dire ai ministri Clini e Passera che Taranto non accetterà colpi di spugna sulla vicenda Ilva né che venga calpestata la sua dignità”.
Stamani altri scioperi erano stati indetti da Fim Cisl e Uilm con 2 ore di astensione dal lavoro e blocchi lungo la Appia. La Fiom Cgil non ha aderito ritenendo ingiusto protestare contro la magistratura. La protesta di oggi ha coinvolto il “cuore” dello stabilimento, ovvero gli altoforni e l’acciaieria che costituiscono l’area a caldo messa sotto sequestro dal gip Patrizia Todisco con un’ordinanza firmata lo scorso 25 luglio, e l’area della laminazione, da dove escono i prodotti finiti.
Lunedì e martedì scorsi avevano invece scioperato altre aree del siderurgico. La protesta era partita lunedì, all’indomani degli ultimi provvedimenti del gip – venerdì e sabato scorsi – con i quali è stato detto che il sequestro dell’Ilva non contempla la facoltà d’uso produttiva, si sono rivisti i compiti dei custodi giudiziali e si è revocata la nomina a custode del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Contro questi ultimi provvedimenti del gip l’Ilva ha fatto ricorso al Riesame e alla vigilia di Ferragosto i relativi atti son stati consegnati dallo stesso Ferrante al Tribunale di Taranto. Se l’area a caldo è stata messa sotto sequestro con l’accusa di disastro ambientale e per questo reato sono ancora agli arresti domiciliari gli ex presidenti dell’Ilva, Emilio e Nicola Riva (figlio di Emilio) e l’ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, mentre sono tornati in libertá altri cinque indagati, c’è però un altro filone di indagine aperto dalla Procura di Taranto e riguarda il ruolo che un ex consulente dell’Ilva, Girolamo Archinà, mandato via da Ferrante nei giorni scorsi, e membri della famiglia Riva avrebbero avuto al fine di orientare a proprio favore le ispezioni e le relazioni delle pubbliche amministrazioni sul rilascio all’Ilva dell’Autorizzazione integrata ambientale – una vera e propria autorizzazione – concessa all’azienda il 4 agosto dello scorso anno.
Sarà discusso il 28 agosto l’incidente di esecuzione proposto dall’Ilva per far dichiarare al tribunale di Taranto l’incompetenza funzionale del gip Todisco. Contro le due ordinanze i difensori dell’Ilva hanno fatto appello, che sarà discusso il 18 settembre prossimo. Le ordinanze sono ritenute dall’Ilva “abnormi” e frutto di “usurpazione dei poteri” propri del tribunale del Riesame (che il 7 agosto ha confermato il sequestro consentendo l’utilizzo degli impianti “in funzione” della eliminazione dei pericoli) e della procura, a cui compete l’esecuzione dei provvedimenti del giudice.