Mettiamola così: in assenza di vento le acciaierie del Quirinale stanno inquinando l’ossigeno della Costituzione. Pretendono che non siano esaminati i fumi delle telefonate tra il presidente Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino. A meno di voler mettere in discussione – e dunque in pericolo – i livelli produttivi dei lavoratori tecnici del governo tecnico addetti alla indispensabile produzione del buon senso di unità nazionale necessario a tranquillizzare i mercati e lo spread.

Sempre in assenza di vento le acciaierie del Quirinale assicurano che i livelli di diossina emessi nelle telefonate non sono in contrasto con i codici. Stabilendo altresì la soglia entro la quale la trattativa non deve chiamarsi trattativa, ma realismo politico. E la procura che indaga deve considerarsi esorbitante al punto da essere isolata. Con tutta la moral suasion necessaria a non aizzare la bestia antisociale dell’antipolitica.

Guai a mettere in contrasto la salute pubblica dei cittadini e la parola ossigenata di Napolitano. Guai a parlare di trattativa, di diossina, a indebolire la produzione nazionale dell’acciaio, a minacciare addirittura un po’ di vento. Anche solo con una firma, la mia.

Il Fatto Quotidiano, 16 agosto 2012
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