La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati approva i negoziati del Consiglio federale con l'Italia sul contenzioso fiscale. E Monti incontra il premier elvetico Eveline Widmer-Schlumpf. Entro l'autunno proposte "concrete" dal gruppo di lavoro bilaterale
Via libera della Commissione svizzera della politica estera del Consiglio degli Stati ai negoziati del Consiglio federale con Stati Uniti e Italia sul contenzioso fiscale. La Commissione sembra dunque condividere le linee generali del negoziato. Con Washington, il Consiglio federale deve negoziare un accordo-quadro e nei negoziati con gli Usa è in ballo l’applicazione della nuova legge fiscale americana Facta (Foreign Account Tax Compliance Act).
Con questa legge, gli Usa intendono imporre a livello mondiale che i conti detenuti dalle persone all’estero, con obbligo di pagare le tasse negli Stati Uniti, debbano essere annunciati al fisco americano. La Commissione della politica estera è però “poco entusiasta del progetto, che costituisce un’ingerenza nel sistema finanziario svizzero”.
Il testo obbligherà le banche, le compagnie d’assicurazione e le casse pensione a firmare con il fisco americano un accordo in cui si impegnano a comunicargli tutti i conti detenuti da cittadini americani. Le istituzioni avranno la possibilità di scegliere tra collaborare e raccogliere le informazioni richieste, subire una tassa alla fonte del 30% o non più accettare clienti statunitensi.
La Commissione ha approvato dunque anche i negoziati con l’Italia. Il relativo mandato è stato accolto con 8 voti contro 1. Il Consiglio federale intende negoziare con Roma un accordo fiscale sul modello di quello firmato con la Germania. Secondo le stime della scorsa primavera l’intesa potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 50 miliardi di euro prelevati dai capitali svizzeri dei nostri concittadini.
Svizzera e Italia vogliono anche discutere sulla problematica dei frontalieri. Altri temi sono le liste nere che l’Italia annovera da 20 anni e con le quali intende proteggere i propri mercati. Le relazioni finanziarie e fiscali tra Berna e Roma hanno così subito una schiarita: all’inizio di maggio il Ticino ha sbloccato 28 milioni di franchi bloccati dall’estate 2011, somma che rappresenta la metà delle imposte alla fonte trattenuta ai frontalieri italiani e versate a Roma.
Proprio oggi il presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della Confederazione svizzera Eveline Widmer-Schlumpf che si sono incontrati a Silvaplana dove hanno avuto “uno scambio di opinioni sulla situazione economica e finanziaria internazionale e sulle sfide che questa pone all’Unione europea, all’Italia e alla Svizzera”. Tra i temi trattati anche l’obiettivo, “prioritario per entrambi i governi, della lotta all’evasione fiscale”. Facendo seguito all’incontro di Roma del 12 giugno scorso, hanno infatti “preso in considerazione i lavori in corso e i progressi registrati nel Gruppo di lavoro bilaterale sulle questioni finanziarie e fiscali, istituito in maggio dai due Ministeri delle Finanze. I due Capi di Governo hanno confermato la grande importanza che entrambi annettono ad uno spedito avanzamento nell’identificazione delle questioni aperte, al fine di affrontarle in modo costruttivo. Essi si attendono che il gruppo presenti loro concrete proposte in autunno”, come ha sottolineato una nota di Palazzo Chigi.