Dopo il clamoroso scivolone del Partito Democratico, che aveva definito "immorale" il pagamento delle ospitate politiche nelle trasmissioni locali, per poi ritrovarsi tra i partiti "paganti", il contrattacco dell'opposizione. Galeazzo Bignami invita Matteo Richetti a lasciare il suo posto in Assemblea o a chiedere scusa ai cittadini. Favia: "Il Pd ha mentito pubblicamente"
Era stato l’unico partito, insieme all’Idv, a tenersi fuori dalla polemica sulle interviste tv pagate con i soldi pubblici. “È una pratica immorale” aveva detto il presidente dell’assemblea dell’Emilia Romagna, Matteo Richetti, rimproverando i suoi colleghi dell’aula. “Noi non abbiamo mai fatto contratti con le emittenti locali” aveva aggiunto il capogruppo Marco Monari. Ora, però, anche il Pd finisce sulla graticola, inguaiato da alcune puntate di un programma messo in onda da Teleromagna, dove ha partecipato più volte anche il consigliere (Pd) Thomas Casadei. Lo scivolone infatti offre l’assist perfetto alle opposizioni, che attaccano: “Richetti farebbe bene a dimettersi o a domandare scusa agli altri consiglieri” chiede Galeazzo Bignami, del Pdl.
Il Pdl era finito nella bufera mediatica fin dal primo giorno, accompagnato da Lega Nord, Sel, Udc, e soprattutto dal Movimento 5 stelle, bacchettato anche da Beppe Grillo attraverso un post pubblicato in rete. Tutti, ad eccezione del Pd e dell’Idv, avevano infatti ammesso senza troppe remore la prassi. “Così fan tutti” aveva detto la capogruppo casiniana Silvia Noè. Il consigliere di centrodestra Bignami era arrivato a mostrare alla stampa la ricevuta. Mentre le spese del Movimento 5 stelle per le apparizioni a 7 Gold erano rendicontate e segnate nel bilancio del gruppo, visibile online. “La pratica di acquistare spazi tv è opinabile – sottolinea ora Bignami – ma almeno noi abbiamo fatto tutto alla luce del sole. Mentire, invece, è ancora peggio”.
Anche il consigliere 5 stelle, Giovanni Favia ora chiede maggiore trasparenza: “Di noi si sa tutto, perché i nostri bilanci sono pubblici – commenta – Invece il Pd si è fatto scudo dietro un bilancio oscuro. Ha mentito pubblicamente, adottando un comportamento scorretto anche nei confronti degli altri consiglieri. Per questo – annuncia – a settembre chiederò che vengano rese note le fatture, per capire come hanno speso i 67 mila euro usati per la comunicazione. E sono certo che la responsabilità non è solo del consigliere Casadei, che ora si sta prendendo la croce, ma anche del capogruppo Monari, che ha firmato le fatture”. Favia, che ieri ha dichiarato di voler rinunciare alle interviste a pagamento, approfitta poi per lanciare una stilettata: “Alla fine si scopre che le uniche marchette erano le loro. Noi, negli studi di 7 Gold, rispondevamo alle domande del pubblico in diretta, mentre le loro sono trasmissioni registrate, con domande chiaramente concordate con il giornalista. Basta andarle a vedere in rete”.