Negli ultimi giorni maneggi e aree boschive sono stati distrutti dai roghi a Marina di Grosseto e San Rossore. Gli investigatori ritengono siano stati dei piromani. Per Legambiente “ci vorranno minimo 50 anni per rivedere ricrescere la pineta bruciata in queste ore"
Pinete, aree boschive e maneggi incendiati e danni quantificati in oltre un milione di euro. E’ un’estate cupa per la Maremma, al centro delle cronache per i roghi che si sono susseguiti negli ultimi giorni. E ora gli investigatori pensano si tratti di attacchi dei piromani, dopo avere ritrovato tre inneschi nella pineta di Marina di Grosseto, dove qualche giorno fa in un maneggio sono morti carbonizzati 19 cavalli. A questo si aggiunge il rogo a San Rossore, in provincia di Pisa, che ha distrutto oltre 5mila metri quadri di area boschiva.
Fatti gravi che per Legambiente sono ”una vera mattanza ambientale” con un danno economico “di oltre un milione e duecento mila euro, mentre è inestimabile e incalcolabile quello ambientale”. La direttrice dell’associazione, Rossella Muroni, aggiunge inoltre che “contro i ladri di futuro, i piromani criminali occorre fare delle scelte, stabilire delle priorità: la lotta agli incendi lo è”. E contro “il terrorismo ambientale non c’è spread o spending review che tenga”: servono “più Canadair meno auto blu e privilegi alla casta”.
L’entità dei danni, però, non è solo di carattere economico, visto che “ci vorranno minimo 50 anni per rivedere ricrescere la pineta bruciata dalle fiamme di queste ore” per Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente. Si tratta di “una ferita al cuore della Maremma. Per difendere la biodiversità, per prevenire dissesti idrogeologici non ci può essere risparmio. In Maremma e nelle altre parti d’Italia colpite dalle fiamme gli incendiari non avranno mai diritto di cittadinanza”. Legambiente promette di vigilare e monitorare “le zone colpite affinchè la bonifica e il risanamento ambientale avvenga in modo sostenibile senza che venga costruito un solo metro quadro di cemento”. Un appello ad aiutare gli animali sopravvissuti al rogo viene lanciato anche da altre associazioni ambientalisti ai volontari che si occuperanno della bonifica e ai cittadini della zona.