Per gli abitanti di Artena, paesino a una cinquantina di chilometri da Roma, arroccato sulle montagne dei Monti Lepini, si è trattato di un vero choc, con tinte da giallo estivo. Somari seviziati e arsi vivi, in una terribile caccia notturna partita pochi giorni prima dell’annuale palio, che vede gareggiare gli animali normalmente usati per il trasporto sulle mulattiere della zona. Una gara feroce e sentita, tanto da scatenare una guerra silenziosa, fatta di agguati e incendi, mentre in città si preparavano i percorsi per la corsa, terminata il 12 agosto scorso.
La sorte peggiore è toccata a “Biretta”, il somarello vincitore del palio per diversi anni. La notte del 10 agosto, in contrada Macere, qualcuno ha dato fuoco alla sua stalla, provocandogli diverse ustioni gravissime. Dopo poche ore tocca ad un suo rivale, nel piccolo borgo di Giulianello, frazione del comune di Cori. Il “campione” di questa contrada è stato prima crudelmente malmenato, con colpi durissimi agli occhi e alle zampe; poi dieci quintali di grano sono stati incendiati, rischiando di uccidere il povero animale e di mandare in fumo la stalla. I due episodi – sui quali indagano i carabinieri – hanno rischiato di far saltare gli appuntamenti in stile medievale, che hanno come sfondo il palazzo nobiliare locale, residenza e luogo di nascita del principe nero Junio Valerio Borghese. Sul gruppo facebook dedicato alla gara i commenti sono di sconforto, anche se nessuno mette in dubbio la manifestazione che vede i somarelli trottare in una gara pensata per richiamare il palio più famoso di Siena.
Artena, che ancora oggi basa parte della sua economia sul mondo agricolo grazie ai pascoli della parte alta, ha cercato negli ultimi anni di rilanciare il turismo anche grazie al palio, che dura normalmente una settimana. “Il palio non si fermerà, neanche nei prossimi anni”, ha assicurato il vice sindaco durante le corse dei giorni scorsi. Intanto a pochi chilometri di distanza, nel mezzo dei Monti Lepini, si sta per aprire una caccia senza precedenti. A Carpineto romano il sindaco ha chiesto al prefetto il via libera all’abbattimento libero delle “mucche inselvatichite”: troppi gli incidenti causati dai bovini che vivono liberi nei boschi della zona. Decisamente un pessimo agosto per gli animali da queste parti.