Le richieste di sussidi per la mancanza di lavoro in America salite di 4mila unità e le dichiarazioni del ministro delle Finanze tedesco sulla Grecia: "Non possiamo dare altro tempo", fiaccano i mercati. Milano -1,37% mentre lo spread risale verso 430 punti
Piazza Affari chiude in calo per la seconda seduta consecutiva, continuando la correzione avviata ieri, insieme alle principali Borse europee e in scia alle Borse Usa, tutte fiaccate dalla notizia che le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione Usa nella settimana terminata il 18 agosto sono salite più del previsto di quattromila unità che ha dato il colpo finale ai mercati che in mattinata avevano rallentato sotto il colpo delle dichiarazioni di questa mattina del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble sul caso greco.
“Garantire più tempo alla Grecia per realizzare i necessari tagli di bilancio non risolverebbe i problemi di Atene”, ha detto Schauble gelando così le speranze greche riconoscendone allo stesso tempo le difficoltà. Concedere “più tempo non è la soluzione ai problemi”, ha osservato l’esponente dell’esecutivo tedesco in un’intervista radiofonica, in cui non ha mancato di rilevare che “più tempo può voler dire anche più denaro“. Secondo Schaeuble, l’Eurozona ha già raggiunto il limite di ciò che è economicamente sostenibile nel pacchetto di aiuti concordato con Atene.
L’affermazione aveva subito rallentantato l’andamento delle borse europee che avevano aperto positive e ha allargato il differenziale di rendimento tra i titoli di stato tedeschi e quelli dei Paesi in difficoltà. E così la seduta si è chiusa con un calo dell’1,37% per Milano, mentre lo spread tra Btp e Bund è risalito a ridosso dei 430 punti punti (429,8) con un rendimento del 5,67% dopo che ieri era sceso a poco più di 403 punti.
Sulla stessa linea di Schauble le dichiarazioni del vice Cancelliere e ministro dell’Economia, il liberale Philipp Roesler. La Grecia – ha detto in un’intervista a Bild alla vigilia dell’arrivo a Berlino del premier greco Antonis Samaras – non può sperare dalla Germania di ottenere un rinvio temporale per l’esecuzione delle sue riforme. “Possiamo creare nuova fiducia nell’euro solo se tutti rispettano le regole”, ha spiegato Roesler, “ciò vuol dire che chi non mantiene le promesse di riforme non può attendersi aiuti finanziari”. Il ministro ha poi aggiunto che “non ci possono essere sconti sulle riforme e non serve nemmeno un rinvio di tempo, come chiede il governo greco. Ciò indebolirebbe solo la credibilità delle regole”.
Più possibilista, ma con riserve, il presidente del parlamento europeo, il socialdemocratico Martin Schulz, per il quale “si può parlare di limiti temporali, ma solo se la Grecia dimostra di applicare a fondo gli obblighi assunti”. Sempre dalla Germania arrivano dati macro sull’andamento della crisi. Se da un lato rallenta la crescita del Pil tedesco nel secondo trimestre dell’anno: +0,3% su base congiunturale, contro il +0,5% del primo trimestre. Dall’altro, Berlino ha registrato un attivo delle di bilancio pari a 8,3 miliardi di euro nel primo semestre. Si tratta di una prestazione mai raggiunta negli ultimi cinque anni.