Tutti sappiamo genericamente che molti dei prodotti che acquistiamo – scarpe, vestiti o oggetti per la casa – possono essere il risultato di bassi salari e sfruttamento dei lavoratori. Che dietro l’IPad, l’IPhone o il computer da noi usato, ovvero dietro un gigante della tecnologia come Apple, si nascondano ingiustizie enormi e sfruttamento del lavoro, è un fatto che ci mette direttamente a confronto con una realtà da prima rivoluzione industriale, semplicemente “delocalizzata” dalla Londra vittoriana alla realtà dei Paesi emergenti di oggi.
Ora un rapporto dell’americana Fair Labor Association (Fla) indica come Foxconn, ovvero il maggior fornitore della casa di Cupertino, avrebbe fatto passi decisivi per assicurare il miglioramento delle condizioni dei suoi dipendenti. L’azienda con base a Taiwan e molti stabilimenti nella Repubblica popolare cinese ha per esempio concesso orari di lavoro più umani e assicurato l’aumento delle pause. I salari sono mediamente raddoppiati e sono stati diminuiti i controlli in fabbrica per evitare lo stress dei dipendenti.
Dopo una serie di suicidi emersi a partire dell’anno scorso (difficile dire però quanto è stato tenuto nascosto all’opinione pubblica occidentale), un’ispezione della stessa Fla aveva riscontrato violazioni in tre stabilimenti cinesi nelle province di Shenzhen, Chengdu, Guanlan e Longhua. Lo stesso amministratore delegato di Apple Tim Cook aveva chiesto alla Fla di indagare, dopo aver ricevuto oltre 50 segnalazioni riguardo alle violazioni delle regole minime di garanzia degli operai. Lo scorso marzo era stato pubblicato il primo documento di indirizzo per migliorare le condizioni in fabbrica. Ora arriva un ulteriore piano d’azione, in cui la casa di Cupertino e Fla insieme si danno 15 mesi. Tra i primi obiettivi, quello di ridurre l’orario di lavoro da 60 a 40 ore massimo.
Gli oltre 1,3 milioni di impiegati della Foxconn lavorano al momento mediamente più di 60 ore a settimana e a ritmi altissimi. Donne e giovani non sono ovviamente risparmiati. Producono non solo per Apple, ma per molti dei dispositivi tecnologici che noi “ricchi” abbiamo in mano, da Sony a Hewlett Packard a Cisco Systems e non solo. Come nel 1845 (Engels, La situazione della classe operaia), la battaglia per i diritti del lavoro è appena iniziata.