Mi è piaciuto molto il post di Boschini, coordinatore dell’Associazione dei comuni virtuosi. Condivido la sua idea, in molti casi la crisi non è realmente tale, si tratta di rivedere la propria esistenza in una chiave diversa e creativa. Ne è un esempio Retenergie cooperativa di produttori e utilizzatori d’energie rinnovabili.
Tutto è nato nel 2007 (certo prima che partisse la crisi ma non cambia il concetto) quando Marco Mariano, bioagricoltore del cuneese, forte del motto ghandiano “fra i mezzi e i fini c’è la stessa relazione che esiste tra il seme e l’albero” ha lanciato un appello sui siti legati alla bioagricoltura: cercava soci per condividere la costruzione di una centrale fotovoltaica compartecipata tra cittadini per ribellarsi al monopolio delle “Sette sorelle”.
Ho risposto al suo appello e sono diventata uno dei soci della prima ora di Solare Collettivo. Mettere insieme il contributo dei singoli per costruire impianti che producessero energia rinnovabile da rivendere tra i soci, era questo l’obiettivo della coopertiva sociale che volevamo fondare.
La prima volta che ci siamo trovati eravamo meno di una decina oggi siamo più di 450. Con l’ultimo impianto, quello di Boves ( Cn), appena entrato in funzione, abbiamo appena raggiunto i 430 kW di potenza installata. Grazie a un accordo con il Comune abbiamo appena inaugurato un impianto fotovoltaico ( 264,14 kWp ) sul tetto del mercato coperto del paese, prima rivestito per 2/3 d’amianto. Costo dell’operazione 700mila euro, metà finanziati dai soci – i soci prestatori dal 1/1/2012 prendono il 3% lordo d’interesse -, metà da Banca Etica – cifra che speriamo di ammortizzare velocemente con nuove adesioni.
Retenergie in cambio del diritto di superficie sulla copertura dell’immobile, ha smaltito l’esistente superficie in cemento-amianto e fornisce un canone annuo all’amministrazione comunale. Non è l’unico impianto in via di costruzione ce ne sono diversi, per chi vuole saperne di più e magari investire in energia rinnovabile questo link illustra gli impianti in via di costruzione.
Il pezzo che manca è la distribuzione tra soci dell’energia prodotta, un’idea che per essere concretizzata ha bisogno di tempo, soldi e molte competenze, per questo passaggio abbiamo molta strada da fare, in termini numerici per gestire una fatturazione di tipo elettrico bisogna avere 6.000 utenze.
Nel frattempo abbiamo fatto un accordo con Trenta, distributore trentino d’energia rinnovabile – selezionato tra molti per le garanzie offerte a proposito di sostenibilità e trasparenza – e come soci di Retenergie – l’associazione è aperta a tutti – possiamo acquistare la loro energia a condizioni particolarmente favorevoli.
Tutto questo grazie al decreto Bersani (D.L. 79 DEL 19/3/1999) che dal luglio 2004 ha aperto il mercato elettrico a tutti i soggetti che posseggono una partita Iva e dal luglio 2007 ha dato a tutti gli utenti la possibilità di scegliere il distributore da cui rifornirsi. Un mix efficace che ci permette di promuovere le energie rinnovabili anche solo cambiando fornitore.
Dati Terna da sottolineare
Dal 2005 al 2011 la produzione di termoelettrico è scesa da 253.073 Gwh a 228.507 Gwh;
La produzione d’eolico e fotovoltaico è passata 2347 Gwh a 20652 Gwh.
(I dati relativi alle principali grandezze del settore elettrico nazionale attualmente sono redatti annualmente da Terna).
Considerazioni finali:
Grazie alla nascita del Conto Energia nel 2005-2007 (lo so, i contributi iniziali sono stati eccessivi), in Italia si è passati da 87 MW di fotovoltaico installato su 7647 impianti del 2007 ai 12.773 MW del 2011 distribuiti su 330.196 (fonte GSE), con un tasso di crescita del 275%;
La Direttiva 2009/28/CE, meglio conosciuta come Pacchetto Clima, ha fissato al 20% l’obiettivo comunitario sulla quota di energia da fonti rinnovabili a copertura dei consumi totali di energia. All’Italia è stato assegnato un target del 17%, nel 1° semestre 2012 (fonte Kyoto Club) il solo solarefotovoltaico ha coperto il 6% del fabbisogno, con un incremento rispetto allo stesso periodo 2011 del 123,4%.