Ma Youtube da che parte sta? E’ questa la domanda che mi son fatto dopo aver osservato alcune pratiche che definire sospette è un eufemismo. E qui non parlo delle presunte “violazioni di copyright” che hanno portato alla rimozione (molto discutibile) di migliaia di video semplicemente perché Youtube aveva ricevuto una segnalazione dal presunto detentore dei diritti (spessissimo Mediaset o la stessa Rai). No, qui il copyright non c’entra nulla.
Se ne potrebbero citare a decine, una fra tante quella che colpì il blogger Daniele Sensi che denuncia le derive razziste della Lega Nord e che per questo si è visto ad un passo dalla chiusura del suo conto.
Ma al razzismo e alla Lega ci torneremo fra poco, per vedere se quelli di Youtube sono davvero sempre così zelanti…
Molti di voi ricorderanno senz’altro una delle tante intercettazioni che hanno coinvolto il nostro ex presidente del Consiglio. Mi riferisco in particolare a quella con l’ex direttore di Rai fiction Agostino Saccà.
Quando uscì nel 2007 sul sito di Repubblica fui il primo a caricarla su Youtube. In poche ore le visite raggiunsero numeri impressionanti ed evidentemente cominciò a disturbare qualcuno perché fu lì che ricevetti la comunicazione relativa alla rimozione del video in questione senza specificare per quale presunta violazione dei termini di servizio. Qui potete vedere che il video risulta ancora oggi rimosso mentre ce ne sono decine di altri identici on-line.
Da precisare che il video era pubblico e già stato diffuso dai mezzi di informazione e non infrangeva alcuna regola della community video.
Se inizialmente potevo pensare a una “svista”, la risposta ricevuta in seguito a una mia richiesta di chiarimenti mi ha convinto circa l’arbitrarietà di alcune operazioni del colosso di video-hosting legato a Google.
In particolare il “due pesi due misure” mi è saltato agli occhi con un altro video, girato nel settembre 2008 che vede come oratore il leghista Gentilini alla “Festa dei Popoli” di Venezia. In questo si vede il vicesindaco di Treviso proferire frasi come “voglio la rivoluzione contro gli extracomunitari, voglio la pulizia dalle strade di tutte queste etnie che disturbano il nostro paese, voglio la rivoluzione nei confronti dei nomadi, dei zingari, ho distrutto due campi di nomadi e zingari a torino,… voglio eliminare tutti i bambini degli zingari che vanno a rubare dagli anziani, voglio tolleranza a doppio zero….voglio la rivoluzione contro coloro che vogliono aprire le moschee e i centri islamici…basta islamici, che tornino ai loro paesi… voglio la rivoluzione contro coloro che vogliono dare i sussidi agli anziani degli extracomunitari...” e altre perle simili.
Il video in questione ha ricevuto centinana di segnalazioni da utenti indignati per i quali il video viola i termini di Youtube per i quali “è vietato l’incitamento all’odio (linguaggio che attacchi o umili un gruppo in base a razza o origine etnica, religione, disabilità/invalidità, sesso, età, condizione di veterano o orientamento/identità sessuale).
Se non bastasse, per queste dichiarazioni l’esponente leghista è stato condannato per istigazione al razzismo e fatto divieto di comizi per tre anni.
Logica avrebbe voluto che il video fosse rimosso, ma… indovinate un po’? Questo invece è sempre disponibile!
Quello che emerge dal trattamento riservato al video di Gentilini è che la rimozione non è automatica e non bastano centinaia di segnalazioni perché questa avvenga ma c’è sempre qualcuno dietro che la convalida. Mi piacerebbe capire da cosa dipende questa scelta finale e se possa essere influenzata dal contenuto/disturbo “politico” dei video.
Per cercare di giustificare questo “due pesi, due misure” il portale di video-condivisione fa sapere che “talvolta c’è una labile distinzione tra ciò che è considerato incitamento all’odio e ciò che non lo è. Non tutto quello che è offensivo o cattivo è considerato incitamento all’odio. Infatti, YouTube sostiene anche la libertà di parola e difende il diritto di ognuno di esprimere i propri punti di vista, anche se impopolari. Infatti, pur potendo colpire la sensibilità di alcuni utenti, taluni contenuti rivestono interesse di documentazione storico-giornalistica di eventi rilevanti. Di conseguenza, nel contemperamento di tali interessi, e al fine di garantire la più ampia libertà di espressione, tali video, oggetto di Sua segnalazione, non verranno rimossi.“
Per il gigante di video sharing “il contenuto del video riprende una manifestazione politica, a cui hanno partecipato militanti politici e non, e l’uploader del video ha semplicemente caricato il video a dimostrazione di quanto avvenuto quel giorno a Venezia. Il comportamento dell’uploader è stato valutato come “neutrale e oggettivo” e il fatto di fornire una mera documentazione di un accadimento pubblico non viola le policy di YouTube. Secondo YouTube, non esiste un intento dell’uploader all’incitamento al razzismo che è, invece, riscontrabile nel discorso di Gentilini.”
Seguendo questa logica i video-denuncia di Daniele Sensi o quello dell’intercettazione di Saccà non avrebbero mai dovuto essere rimossi. Ma forse qualcosa mi sfugge… Il nostro comportamento non è stato “neutrale e oggettivo”? E ammesso e non concesso che pure non esistesse nell’uploader di quel video odioso (qui Youtube si lancia in valutazioni con basi decisamente deboli, stiamo parlando di Gentilini, non dell’uploader!) l’intenzione di incitamento al razzismo quali odiose intenzioni presta Youtube a chi carica un video che disturba Berlusconi e i suoi (ex) compari leghisti?
Ai video-lettori l’ardua sentenza!