Dopo mezzo secolo di bavaglio alla stampa il governo birmano ha abolito la censura sui media. “Cinque anni fa – spiega la redattrice di un settimanale di Rangoon – non potevamo scrivere di politica. Aung San Suu Kyi non poteva avere copertura da parte nostra e l’espressione “regime militare” era vietata. Adesso possiamo fare tutto questo”. Ora una nuova legge sulla stampa è in discussione in Parlamento. Ma per alcuni queste aperture sono solo un primo piccolo passo e resta ancora un forte scetticismo. Sono troppe le leggi in vigore, talmente repressive da indurre all’autocensura. “I giornalisti corrono ancora il rischio di essere imprigionati e intimiditi per quello che scrivono”, spiega Shawn Crispin, del comitato in difesa dei diritti della stampa. “Per noi quindi si tratta al massimo di una mezza misura”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione