Che botta! Che spettacolo abbiamo visto ieri alla cosiddetta conferenza stampa di Conte e dei suoi avvocati! E che colpo ha fatto Sky Sport trasmettendola tutta in diretta e poi replicandola nel corso della giornata! Sì perché lo spettacolo, altro che conferenza stampa, è stato strepitoso, non solo degno dei migliori sketch che ci capita di vedere in Techetechetè come ha scritto sul Fatto Paolo Ziliani, ma più incisivo, nel rispecchiare la decadenza del Paese, di un cinepanettone, con alcuni tocchi nella costruzione dei personaggi che non si vedevano dai tempi dei migliori Vanzina, da Sapore di mare.
I due condannati sembra si siano divisi la parte: uno è intimidito, silenzioso, quasi rassegnato, senza troppa voglia di stare lì, l’altro invece è sopra le righe, sbraita, accusa, ammonisce, insinua e genera imbarazzo, ansia anche in chi, come me, non essendo un tifoso della sua squadra, lo ricorda prima come un calciatore forte, generoso, leale, capace di prendere botte senza reagire e poi come un tecnico brillante, innovatore, sapiente. L’impressione (ripeto l’impressione) è che gli abbiano scritto o suggerito una parte non adatta a lui. Ma il meglio dello spettacolo lo fanno gli avvocati, ben tre avvocati per una questione di omessa denuncia di un inciucio pallonaro: al processo di Norimberga non ci fu un simile spiegamento di forze.
C’è il principe del foro torinese, che pare appena sceso dalla sua barca ormeggiata a Montecarlo e che la mette sul tifoso, alludendo a rivalità calcistiche annidate in procura e prefigurando scenari che coinvolgono la finale di Champions League, quando devono ancora cominciare i gironi eliminatori. C’è l’avvocato di provincia, colpito da improvvisa notorietà, che da giorni gira per gli studi televisivi a cantilenare, nel suo accento veneto, tentativi di screditare il pentito. E c’è, infine, il caso più inquietante, il superavvocato, chiamato in soccorso all’ultimo, una professionista di grande fama (già difensore di Andreotti in un processo un po’ più delicato), che è anche parlamentare, una rappresentante del popolo molto stimata, impegnata in settori cruciali della vita politica.
Devo dire che a me pare non proprio opportuna questa sovrapposizione (molto diffusa) di funzione di rappresentanza pubblica e incarichi privati. Ad ogni modo, la grande professionista (che credo, però, ancora fatichi a distinguere un fuorigioco da un fallo laterale) alla fine dell’intervento manifesta scandalizzata la sua recente scoperta: nel processo sportivo così com’è oggi in Italia ci sono procedure incostituzionali! Ma come, di queste violazioni processuali così evidenti, che fanno sembrare le procure della FIGC dei tribunali sovietici e l’Italia un paese incivile, un parlamentare non doveva accorgersi un po’ prima di diventare l’avvocato di un allenatore?