Dopo la Procura di Bologna, che alcuni giorni fa ha aperto un fascicolo conoscitivo, anche l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna ha deciso di avviare un’inchiesta, per far luce sulla vicenda delle comparsate tv a pagamento dei consiglieri regionali. Un caso che ha coinvolto tutti i partiti , dal Pdl al Pd, passando per il Movimento 5 stelle, con l’unica eccezione rappresentata dall’Idv.

La decisione è stata presa oggi al termine di una seduta straordinaria del consiglio e di un esposto inviato da alcuni consiglieri nazionali dell’Ordine. “Premesso che l’informazione a pagamento, sia che si tratti di politici o di qualsiasi altro cittadino, non fa parte della professione giornalistica – scrive l’Ordine regionale in una nota – ed è tassativamente vietata dalle nostre regole deontologiche a tutela soprattutto dei cittadini, che hanno diritto a un’informazione corretta e trasparente, l’Ordine dell’Emilia Romagna ravvisa nei fatti esposti tutti gli elementi per aprire ufficialmente un’istruttoria, secondo quanto previsto dal nostro ordinamento”.

Il Consiglio ha deciso, quindi, “all’unanimità di affidare al presidente Gerardo Bombonato, nella veste di istruttore, la raccolta della necessaria documentazione presso le emittenti radiotelevisive al momento coinvolte e la convocazione dei colleghi interessati. Saranno inoltre invitati nella sede dell’Ordine per un colloquio informativo i politici che sulla vicenda hanno rilasciato dichiarazioni come persone informate dei fatti. Per questo l’Ordine chiede alla Presidenza dell’assemblea legislativa regionale e dei gruppi consiliari di fornire la documentazione relativa di cui sono in possesso, nello spirito di massima collaborazione e di un impegno comune di trasparenza verso i cittadini”.

L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna “consapevole che la vicenda cade in un quadro dell’informazione italiana assai complesso e segnato da forti contraddizioni e commistioni, farà la parte che gli compete per un’azione moralizzatrice senza alcun intento moralista. Non ci interessa stabilire percentuali di colpa o assoluzioni – si conclude – convinti come siamo che tutti gli attori, e non solo i giornalisti, del sistema informativo devono assumersi le loro responsabilità e correggere le attuali distorsioni.

Alle interviste, pagate alle emittenti con i soldi dei vari gruppi consiliari e andate in onda all’interno di spazi informativi, hanno partecipato diversi politici di centro destra e centro sinistra. Compresi i rappresentanti del Movimento 5 Stelle con la successiva polemica tra un contrariato Beppe Grillo (“è come pagare per andare al proprio funerale”) e il consigliere regionale Giovanni Favia . E il consigliere del Pd, Thomas Casadei, che dopo una iniziale smentita, ha ammesso di aver stipulato un contratto per alcuni interventi su Teleromagna.

 

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