< Iao, Mrgherit. ome hi pssto le vnze? Spero ene, l mre o mgri in montgn, in qulh e posto trnquillo e senz preoupzioni… >.
Scusate. Non è colpa mia. Il fatto è che il governo greco, che come sapete ha qualche piccolo problema di liquidità, ha cominciato a riscuotere da noi europei i crediti arretrati, e accidenti ha cominciato proprio con me. Ieri mi è arrivata una raccomandata da Atene, con tanto di bollo governativo, che mi avvertiva che a partire dal 24 c.m. sono formalmente diffidato dall’utilizzare senza autorizzazione tutti i prodotti greci soggetti a copyright, fra cui (v.sent.Trib Mileto 24 Boedr. 697 Olimp.) l’alfabeto.
Sono andato subito dall’avvocato, ma in effetti dalle ricerche risulta che l’alfabeto l’hanno inventato proprio loro. Finora ce l’hanno lasciato usare gratis per amicizia, ma ora – dicono – non se lo possono permettere più. Perciò da oggi l’uso dell’alfabeto costa 0,25 centesimi a consonante e 0,5 centesimi a vocale; escluse la “h” e la “j”, che ammettono non essere di proprietà loro.
Per venirci incontro, comunque, fino al 5 settembre a pagamento saranno solo le prime quattro lettere (alfa, beta, gamma, delta), ed ecco perché le mie cartoline magari vi possono sembrare un po’ ostrogote: è che non ho i soldi per pagare i greci, e figuriamoci che cosa succederà dopo il 5. Come faremo a scriverci fra di noi? E internet, e il New York Times, e Scalfari, e le interviste alla Merkel e quelle a Draghi?
Mah. D’altra parte, quel che è giusto è giusto. Mica possiamo metterci tutti a fare i pirati dell’alfabeto o dei film o della musica, fregandocene del copyright: la proprietà intellettuale si paga. Spero solo di non ricevere qualche altra raccomandata del genere da qualche governo indiano o arabo per via delle cifre che usiamo (finora gratis), specialmente lo zero. Speriamo che non ci abbiano pensato.