Bella sentenza, quella che ha condannato Samsung. Un perfetto esempio di quanta distanza ci sia tra il mondo del business e il regno del buon senso. Per carità, sotto il profilo legale la sentenza sarà certamente inappuntabile. Ma in quanto a ragionevolezza? Tra i brevetti detenuti da Apple che la giuria ha considerato siano stati violati da Samsung ci sono delle operazioni (pinch and zoom e tap per l’ingrandimento) che sono da anni uno standard nell’uso dei controlli multitouch. Ora, secondo la logica degli scontri legali, il primo furbo che li brevetta ne ha diritto d’esclusiva. Prima domanda: perché di questa “violazione” ne fa le spese solo Samsung? Sono decine i produttori che utilizzano gli stessi metodi sui loro dispositivi touch. Risposta: paga solo Samsung perché ha commesso un delitto di lesa maestà. Il suo Galaxy S3 ha osato vendere 20 milioni di esemplari in 3 mesi, raggiungendo iPhone. E dalle parti di Cupertino si può discutere di ingegno fino a quando non si mette in dubbio la superiorità della mela. Magari qualcuno dovrebbe ricordargli che al caro vecchio Steve Jobs  è capitato spesso di “ispirasi” a idee di altri. Stupidi loro: lavoravano per dare una forma ai personal computer e non hanno pensato a brevettare le loro idee.

La seconda domanda è: perché fare causa al produttore dell’hardware (Samsung) e non a quello del sistema operativo Android (Google) che è, in realtà, il vero responsabile delle funzioni incriminate? I motivi possono essere vari. In primis il fatto che uno scontro Apple-Google, entrambe società americane di successo, di fronte all’opinione pubblica avrebbe assunto i contorni di uno scontro fratricida. Le cose cambiano quando si chiama in causa una società coreana. Con questo non è detto che Google e il suo Android l’abbiano scampata, anzi: per quel poco che ricordo del diritto anglosassone, un precedente come quello stabilito dalla corte USA può avere l’effetto di una pistola puntata alla testa del colosso americano. Da oggi, quindi, Apple potrà contare su una certa sudditanza psicologica che gli permetterà di tenere a bada con facilità i ragazzi di Mountain View.

La terza domanda è: e adesso? I produttori dovranno progettare i loro sistemi in modo che funzionino in maniera palesemente differente dagli altri? Sarà divertente. Provate a immaginare quanto sarebbe facile utilizzare Linux se non si potessero usare i menu contestuali attivabili da tasto destro o, perché no, il concetto stesso di “finestra” perché violano i brevetti di Microsoft, Apple o chicchessia. Nei dispositivi touch, poi, le conseguenze saranno esilaranti. Non credo che gli arti umani possano eseguire un numero infinito di movimenti, quindi possiamo considerare aperta la caccia al brevetto sulle possibili gesture utilizzabili. Nel giro di qualche mese ci troveremo a tracciare improbabili virgole sullo schermo, tutte diverse a seconda della marca dello smartphone o del tablet. Poi si potrà passare a procedure più complesse, come “batti due volte il dito sulla finestra mentre tieni l’indice della mano sinistra nel naso”. Tanti auguri.

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