Bitcoin, la moneta virtuale più famosa al mondo, a 3 anni dalla sua creazione potrebbe già diventare così reale da avere una carta di credito dedicata. A lanciare l’iniziativa che sta facendo tremare le più grandi banche del pianeta è la startup americana BitInstant che, dalle dichiarazioni di Charlie Shrem, uno dei fondatori del servizio, si è detta pronta ad immettere in circolazione carte di credito che utilizzano moneta virtuale entro la fine dell’anno.

Attraverso un QR Code sarà possibile effettuare transazioni in mobilità con un classico lettore di codici e verranno accettate in tutti gli esercizi commerciali che permettono il pagamento con MasterCard. Nella parte posteriore invece sarà presente l’indirizzo BitCoin, l’identificativo unico attribuito ad ogni utente. La moneta virtuale, già utilizzata per l’acquisto di beni online (da videogame a servizi di vario genere), approda per la prima volta nel mercato reale, affiancandosi a tutti gli effetti alle valute che già conosciamo. Ad impensierire le grandi potenze economiche sono state fin dalla sua creazione, proprio quelle caratteristiche che hanno permesso una grande diffusione nell’utilizzo dei Bitcoins: non tracciabilità e completo anonimato, indipendenza assoluta di tutto il sistema monetario, nessun organo centrale che ne determini il valore. Un vero e proprio mondo economico parallelo, stimato a metà del 2012 intorno ai 57 milioni di dollari: una piazza che inizia a far gola ad investitori e speculatori. Se l’anonimato ha permesso la nascita di mercati illegali di armi e stupefacenti, dall’altra parte la possibilità di convertire moneta virtuale in moneta legale ha generato i primi problemi al sistema.

“Il valore in dollari del mercato virtuale ha oscillato fortemente ma nel complesso ha avuto una crescita vertiginosa. Quindi l’acquisto in Bitcoin, almeno fin’ora, è stato un buon investimento – ha spiegato Paul Krugman sul New York Times – Ma questo rende l’esperimento un successo? Non proprio. Quello che vogliamo da un sistema monetario non è quello di arricchire singoli individui, ma facilitare le operazioni e rendere l’economia nel complesso più ricca. E non è affatto quello che sta succedendo in Bitcoin”. Una serie di nuovi super-ricchi di cui si conoscono le transazioni ma di cui non si conosce nulla per quanto riguarda la loro identità. Il sistema spaventa quindi governi ed istituzioni economiche proprio per la sua natura che non permette di identificare gli utenti in modo chiaro e preciso; a questo aspetto si unisce una certa diffidenza verso una moneta che non è possibile regolare e controllare, non soggetta ad inflazioni e oscillazioni borsistiche.

L’intento di portare ad una larga diffusione della moneta virtuale anche nella transazioni “di tutti i giorni”, ha spinto BitInstant a snaturare in qualche modo proprio l’aspetto principale di Bitcoin: l’anonimato. Nonostante le carte di credito utilizzino il nuovo sistema monetario, gli utenti saranno costretti a fornire le loro generalità e ritornando così ad essere tracciabili ed identificabili. Per richiedere la nuova carta di credito basterà semplicemente compilare un questionario ma vista la sua natura controversa, c’è già chi mette le mani avanti: “MasterCard – si legge in un comunicato – non ha alcun rapporto con BitInstant. Ci sono intermediari che permettono la conversione di Bitcoin in dollari e altre valute attraverso l’utilizzo di carte prepagate. Tuttavia non siamo a conoscenza del programma commerciale di BitInstant”. Nonostante le voci che sono circolate negli scorsi giorni, era difficile pensare che MasterCard appoggiasse la nascita di una carta di credito a tutti gli effetti rivale e concorrente. Le indiscrezioni sembrano però aver individuato due istituti bancari, coinvolti nel rilascio delle nuove carte di credito, di cui uno sicuramente statunitense e un altro di respiro internazionale. Nuovi scenari d’investimento sembrano aprirsi alla moneta virtuale ma c’è chi non manca di sottolineare come la forte espansione di Bitcoin si sia avuta proprio grazie alla sua natura nascosta e che, senza l’anonimato, probabilmente perderà la caratteristica che l’ha resa una realtà così attraente.

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